Tanta testa dentro al casco
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25 Feb 2013
In realtà sulla testa dei motociclisti sono molte le minacce che si affollano, ma in particolar modo qui si parla di rischi connessi ai cosiddetti MPS (Motorcycle Protection System). Da quando si è iniziata in sede europea la discussione sui guard rail, ovvero sui rischi connessi alla presenza degli stessi senza tenere conto delle problematiche prettamente motociclistiche come si era fatto fino ad allora, sono molti i parametri di cui si è iniziato a tenere conto.
In primis si è avviata una classificazione degli MPS esistenti anche in relazione alle nazioni dove gli stessi sono stati posizionati, ma soprattutto è stata completata la documentazione relativa alle caratteristiche degli stessi.
Questo lavoro ha consentito la stesura di un documento complessivo (New standards for road - restraint systems for motorcyclists) che si propone di fornire informazioni accurate e complete sulle soluzioni a disposizione delle autorità che hanno intenzione di aggiornare i sistemi di protezione stradale.
Se avrete la pazienza di leggere questo documento, noterete come in molte Nazioni europee si è affrontato seriamente il problema esaminando dinamiche reali del fenomeno con conseguenti soluzioni anche molto differenziate ; è da notare come in questa disamina brilli l'assenza di dati relativi alla nostra Nazione, il che fa riflettere.
L'analisi delle dinamiche che coinvolgono il motociclista nei confronti degli MPS prendono in considerazione alcuni fondamentali parametri come ad esempio il "valore hic".
Questa sigla non corrisponde al classico fumetto dell'ubriaco che passa da un lampione all'altro, bensì corrisponde all'acronimo che significa Head Injury Criterion: è questo il principale criterio adottato per valutare la gravità dell'impatto di un motociclista contro un MPS.
È una misura del rischio di lesione alla testa derivante da un impatto. L'HIC è destinato a giudicare il rischio del trauma cranico quantitativamente. In caso di incidente, lesioni cranici e spinali derivano da una decelerazione durante l'urto, in particolare al momento dell'impatto.
Tanto più è elevata la decelerazione della testa, tanto maggiore sarà il valore dell'HIC. I manichini usati nei crash test hanno diversi sensori fissati alla zona della testa che registrano il valore assoluto della decelerazione e la sua dipendenza dal tempo impiegato.
In base al valore dell'HIC esiste una classificazione di sei diversi livelli per la valutazione del danno alla testa, dove al livello 1 si parla di lievi danni al cervello, con mal di testa, vertigini, perdita di coscienza, contusioni, mentre al livello 6 si parla di morte, frattura cervicale con danni alla colonna vertebrale.
I livelli intermedi ovviamente valutano un crescendo di sintomatologia e di danni nefasti : un piccolo valore di HIC non significa che le lesioni alla testa saranno di basso livello. Allo stesso modo, una elevato valore di HIC non implica lesioni di alto livello.
Il significato reale è che con valori più elevati di HIC, maggiore sarà la probabilità di ottenere elevati livelli di lesioni alla testa.
Ad esempio con un HIC di 650 le probabilità sono del 90% per gli infortuni livello uno, il 55% per il livello di infortuni 2, 20% per il livello di infortuni 3 e il 5% a livello di infortuni 4 (lesioni combinate sono possibili).
Ovviamente la valutazione della validità o meno di un MPS non si ferma al solo valore di HIC (un altro valore prende in considerazione solo il danno al collo e si definisce come NIC, cioè Neck Injury Criterion), e soprattutto i test si esplicano sulle differenti soluzioni proposte.
Sarebbe interessante conoscere quanto di questo lavoro venga preso in considerazione dalle nostre autorità che elaborano la revisione dei sitemi di protezione sulle nostre strade: non tenerne conto significa automaticamente costi elevati quando dovremo rifarli perché imposti dall'UE, oltre alla gravità di vite che, forse si sarebbero potute risparmiare.
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