I motociclisti italiani: una categoria indifendibile.
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17 Apr 2015
- Scritto da Marco Polli
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Qualche giorno fa abbiamo pubblicato un articolo su un motociclista che andava a 100 all'ora in Svizzera, ma il limite era di 50. Risultato: multa e ritiro patente. In seguito al ritiro della patente, ha perso il lavoro, dato che per lavoro doveva usare l'auto.
I commenti che ho letto, soprattutto sul nostro profilo di Facebook, mi fa capire che tutelare i diritti dei motociclisti italiani è impossibile.
Il Coordinamento Italiano Motociclisti non è un gruppo di Facebook o un motoclub. E' una Associazione di Promozione Sociale che ha come obiettivo la tutela dei diritti degli utenti dei motoveicoli. Siamo della idea che per richiedere il rispetto dei nostri diritti si debba essere nella condizione di poterlo fare. In altre parole dobbiamo essere rispettabili agli occhi degli altri utenti della strada.
Di conseguenza ci sono alcuni punti che per noi sono molto importanti:
- Le regole imposte dal CdS servono per definire come gli utenti della strada interagiscono, quindi devono essere sempre rispettate.
- Se si ritiene che un limite o una regola non sia corretta, ci si deve organizzare per richiederne la modifica. Non rispettarlo o usare regole "fai da te" non è una soluzione e può generare regole ancora più restrittive.
- I limiti vigenti sulle strade sono spesso difficili da rispettare, ma una cosa è superarli del 20%, un'altra è superarli del 100%.
- Se si commette una infrazione e si viene sanzionati, dare la colpa a chi ha messo il limite o a chi ha rilevato l'infrazione, è solo un pretesto per non accettare le proprie responsabilità.
- Avere un incidente a velocità di molto superiore al limite presente sulla strada, mette automaticamente il conducente dalla parte del torto. Invocare guardrail migliori, una diversa segnaletica, incroci più sicuri, non ha alcun senso se non si guida rispettando le regole.
Tutto questo è importantissimo per riuscire ad avere la credibilità e l'autorevolezza necessaria per rivolgersi alle istituzioni e richiedere il rispetto dei nostri specifici diritti.
Poi sugli articoli dei giornali troviamo alcuni eventi degli ultimi tempi.
In Svizzera un "motociclista" italiano guida a 102 all'ora dove c'é il limite di 50, e quando viene fermato dice che era sovrappensiero, che non c'erano riferimenti per capire la velocità e che non aveva fatto caso alla presenza dei controlli, e come conseguenza gli ritirano la patente, che inoltre non era idonea per guidare la sua moto in Svizzera.
A Roma un "motociclista" sul filo dei 100 all'ora si fa quasi un chilometro in impennata e viene fermato dalla polizia, che ritirano la patente e gli danno una multa da 850 euro. Gli automobilisti presenti alla scena, applaudono.
Un "motociclista", su una strada statale del Piemonte, finisce a 200 all'ora contro un guardrail e finisce decapitato. L'attenzione si sposta subito sulla pericolosità dei guardrail, ma a quella velocità cosa sarebbe cambiato se invece di un guardrail avesse trovato un platano o un muretto?
Nel Veronese, a causa di "motociclisti" che trovano appassionante correre ad oltre 200 all'ora sulle strade statali, la Polizia Stradale locale decide di fare una campagna di controlli a "tolleranza zero". Alla fine questi controlli finiranno con il colpire quei motociclisti che sforano del 10-20% i limiti, mentre chi si ingarella avrà già trovato altre strade per continuare a farlo indisturbati.
Sono notizie dalle quali emerge una immagine decisamente discutibile della categoria dei motociclisti. Irrispettosi dei limiti di velocità, disinteressati a rispettare gli altri utenti della strada, guidano come se la strada fosse di loro proprietà, per portare ordine sulle strade si devono organizzare delle vere e proprie campagne di controllo stradale, rivolte unicamente ai motociclisti.
Se queste notizie vengono diffuse sui social network o sui siti del settore, si possono leggere i commenti di molti "motociclisti" che mostrano solidarietà per i "fratelli" coinvolti in questi eventi. Commenti che criticano i controlli della polizia, che giustificano chi corre troppo, che attribuiscono le responsabilità degli incidenti sempre agli altri o alle infrastrutture, che non considerano mai la velocità fuori dai limiti come causa principale di molti incidenti.
Se gli si fa presente che tutte le statistiche fatte in diversi paesi europei dimostrano che la causa principale degli incidenti dei motociclisti è proprio l'eccessiva velocità e lo stile di guida del conducente, affermano che sono statistiche non attendibili, poiché la responsabilità è principalmente degli automobilisti.
Sulla nostra pagina Facebook ho più volte sostenuto l'importanza del rispettare i limiti di velocità, con la consapevolezza che nel quotidiano è difficile osservare uno stretto rispetto dei limiti, ma una cosa è superarli del 10-20%, ma è ben diverso (e molto più grave e pericoloso) superarli del 80-100%. Ritenere che un limite sia esageratamente basso non è un motivo per ignorarlo, come se si volessero impostare dei limiti "fai da te", ma dovrebbe essere la motivazione per unirsi e fare una richiesta di revisione.
Per questa mia posizione ricevo spesso critiche, dato che ricordare a degli arroganti che la strada non possono fare come pare a loro, (come ho scritto in questo articolo) ben difficilmente può essere apprezzato, ma il top è sentirmi dire da uno uno di questi "motociclisti" che, visto come la penso, non posso rappresentarlo, e che non è l'unico che la pensa così.
La cosa che trovo divertente è che non si rende conto che non è che "non posso", ma proprio "non voglio".
Non ho alcun interesse nel volere tutelare i diritti di quelli che considero sedicenti "motociclisti", di coloro che guidano con prepotenza ed arroganza, pretendendo di avere il diritto di ignorare le regole del CdS solo perché hanno una moto. Ho già sentito dire "se dovevo rispettare i limiti, non avrei preso una moto".
Ci hanno detto che è per come ci rivolgiamo ai motociclisti che abbiamo poco riscontro. Certo, ci sono persone che pur di avere seguito sono disposte a qualunque cosa, ma sono della idea che se si hanno degli ideali, o si trova chi li condivide, oppure non ha senso cambiare ideali pur di avere riscontro. Preferisco lasciare la demagogia ai voltagabbana, come alcuni personaggi presenti nel nostro Parlamento.
Il mio interesse è tutelare quei Motociclisti che vengono fermati durante le campagne di sicurezza messe in piedi a causa dei fenomeni della domenica, mentre girano per turismo a velocità di poco superiori ai limiti. Questi Motociclisti li considero infatti delle vittime, ma non sono vittime dei controlli. Sono vittime della arroganza di altri "motociclisti", che hanno creato situazioni grazie alle quali la categoria dei motociclisti viene screditata, e che mentre le azioni di controllo sono in corso hanno già spostato su altre strade le loro esibizioni.
Credo che i Motociclisti che guidano responsabilmente siano la maggioranza silenziosa, un gran numero di moto e di scooter che girano sulle strade senza farsi notare, ma che patiscono quello che avviene a causa di una minoranza che si fa notare fin troppo e sa farsi detestare dagli altri. Gli automobilisti che applaudivano a Roma, dovrebbero fare riflettere.
Il problema è però proprio questa "silenziosità" della maggioranza. Mentre i "motociclisti" si fanno sentire sulle strade e sui social network, accusando il CIM di essere composto da moralisti e ipocriti, i Motociclisti passano in silenzio, tirando dritti senza un commento, e senza dimostrarsi interessati alle attività della associazione o a supportarla. Questo fino a che non verranno fermati da una pattuglia... in quel momento si ricorderanno di noi e ci chiederanno supporto, dopotutto non dovremmo tutelare i diritti dei motociclisti? (avviene più spesso di quanto sia sopportabile...)
I commenti agli articoli che ho riportato, il silenzio dei Motociclisti responsabili, l'incapacità di unirsi per dare un minimo impegno con costanza per portare avanti degli obiettivi coerenti, il risultato della campagna di iscrizioni per il 2015 porta ad una sola considerazione: i motociclisti italiani sono una categoria indifendibile.
Sempre pronti a ritrovarsi con le gambe sotto al tavolo, oppure per una bella tirata sulla statale più vicina, pronti a sentirsi un esercito quando sfilano in corteo ad un raduno oppure a commentare con R.I.P. un incidente mortale riportato su Facebook, ma incapaci di capire che i possessori di motoveicoli in Italia saranno pure 8 milioni, ma gli altri 52 milioni la moto non ce l'hanno. I motociclisti sono quindi una minoranza.
E quando una minoranza pretende di farsi le proprie regole con arroganza, finisce sempre che la maggioranza farà di tutto per reprimerla, e ogni tentativo di tutela dei loro diritti sarà solo tempo perso.
Ho sempre pensato che nessuno è abbastanza ricco da potersi permettere di buttare via il suo tempo, sottoscritto incluso, e a questo punto mi comporterò di conseguenza.
Marco Polli
Presidente del Coordinamento Italiano Motociclisti
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Commenti
Più che altro si dovrebbe fare un discorso più ampio e parlare di comportamento stradale da parte di ogni utente: motociclisti e anche tutti gli altri che si comportano in modo scorretto
Vedi che continui a tirare in ballo gli altri utenti della strada?
Non si difende una categoria cominciando a dire "gli altri sono peggio di noi". E' un sistema che non tollero, anche perché è quello che fanno tutti i partiti in campagna elettorale!
Tutti pronti a fare la lista dei difetti degli altri, a dire perché non si devono votare gli altri, ma poi non sanno dire un solo motivo valido od interessante per cui il voto debba andare a loro.
Oramai siamo talmente abituati a sentire questo modo di ragionare che pensiamo che fare la lista delle manchevolezze altrui sia il sistema di alzare la valutazione di se stessi, ma non è così!
Il valore di una persona (e di una categoria) viene data dai propri personali comportamenti!
E' come se in una azienda dei lavoratori protestassero per richiedere degli adeguamenti salariali, ma quando poi vengono controllati i loro orari di lavoro ci si accorge che dopo la timbratura tutti escono dalla azienda per andare a farsi gli affari propri.
Secondo te che possibilità avrebbero di ottenere dei risultati?
Quindi se i motociclisti vogliono avere titolo per chiedere il rispetto dei propri diritti, se vogliono che vengano modificate norme che li penalizzano, la correttezza di guida dovrebbe essere un atteggiamento diffuso e visibile da parte delle persone (e delle istituzioni) a cui si vogliono fare queste richieste.
Questo per togliere agli altri la possibilità di fare nei confronti dei motociclisti il ragionamento che stai facendo tu nei confronti degli altri utenti della strada. Ragionamento ("lui è peggio di me") che non porta mai a nessuna conclusione.
Di comportamenti scorretti, da parte di ogni tipo di conducente, ne ho visti tanti, ma il fatto che esistano anche automobilisti incapaci non rende automaticamente i motociclisti migliori di loro.
Quest è il problema della categoria: gli si dice che dovrebbe guidare con maggiore attenzione, la risposta è che anche gli altri guidano male.
Sono assolutamente d'accordo con te! Il mio punto, che probabilmente ho espresso male, riguarda il fatto che certamente esistono motociclisti che fanno cazzate (come ho detto nella prima parte del messaggio) ma che definire la categoria come indifendibile è secondo me una cazzata... Più che altro si dovrebbe fare un discorso più ampio e parlare di comportamento stradale da parte di ogni utente: motociclisti e anche tutti gli altri che si comportano in modo scorretto
La prima causa dell'odio dei motociclisti sono i motociclisti
Se i finanziamenti fossero così facili da ottenere, allora dovrebbero averne vantaggi anche i motociclisti di qualità, e quindi esserci anche più motociclisti "etici".
Credo che la moltiplicazione dei "ValentinoRossiDei Poveri" sia dovuta a due fenomeni diversi.
Il primo è il miglioramento delle prestazioni delle moto sportive. Negli ultimi anni le moto sportive sono sempre più facili da guidare, più sicure, perdonano molto di più delle moto sportive di un tempo. Oltre ad avere potenze inferiori, era più facile predersi uno spavento, che portava a limitarsi. Oggi sono sempre più potenti, e quando si esagera non c'è più tempo di spaventarsi e di correggersi: ci si ammazza e basta.
Poi c'è una tendenza di privilegiare l'apparenza alla sostanza, questo fa parte della evoluzione dei costumi sociali, e lo si vede in tutte le situazioni. Nel mondo del motociclismo vediamo che le moto si vendono per come "appaiono" e non per quello che fanno. Conta la moto di moda, magari maxienduro e tedesca, che poi la si utilizzi per fare 3000 km all'anno e che non sia nemmeno così affidabile come si credo che sia, non importa.
Conta farsi vedere, mostrarsi qualcosa in più degli altri. Quindi moto più potente, moto più trendy, alla ricerca di facile adrenalina sulle strade scambiate per piste, per mostrare di essere qualcosa di più degli altri, magari "chiudendo" le gomme, oppure "sverniciando" uno che sta andando in giro per fare turismo.
E' il mondo degli arroganti e dei prepotenti, ma del resto è quello che ci viene rappresentato da ogni telegiornale, in ogni gesto di ogni personaggio pubblico.
E' il degrado della società, lo si vede ovunque... Noi speravamo che i motociclisti italiani potessero essere diversi, ma ci siamo illusi. Il fatto di avere a che fare con gli Italiani, ci ha fregato.
Per essere chiari, come diceva Gaber, io non mi sento Italiano. Ma purtroppo, lo sono.
La fauna dei motociclisti si è quindi arricchita di tanti, troppi ValentinoRossiDeiP overi.. gente che pensa più ai burnout e alla mostra al bar più che alla moto in sè.. troppi "daidegas".. troppi "nel dubbio apri".. troppa feccia ai raduni (che non sono dei rave..) .. troppa inesperienza, troppo poco rispetto per le due ruote.. troppa faciloneria..
Avrei mille aneddoti ma taglio corto che mi si chiude la vena va'..
Caro Marco, hai un compito ingrato.. ma a parte i pochi Motociclisti superstiti, il resto della fauna non merita il tuo impegno.
lamps.
Marco prenditi un harley e ci vediamo in birreria,non farti il sangue amaro. E se incontriamo uno svizzero che si è perso e ci chiede la strada gli rispondiamo in piemontese stretto così non capisce....ha....h a...ha
non credo che così si tuteli il motociclista, sembra di leggere gli "amici della polizia stradale " chi dovrebbe rappresentare i motociclisti non deve scrivere banalità del tipo : "se i limiti ci sono vanno rispettati " sappiamo che i comuni fanno cassa con limiti inadeguati come sappiamo che c'è una parte di noi che fa regolarmente cazzate pericolosissime. Sappiamo che ci sono regioni che cercano specchietti retrovisori non omologati per sequestrare le moto a persone perbene rispettose delle regole. Finché ci "difenderanno "!persone così la nostra situazione non potrà che peggiorare.
Interessante... e allora, secondo te, cosa dovrebbe scrivere una associazione che vuole rappresentare i motociclisti?
Magari "i limti fanno schifo, allora dobbiamo poterli gestire liberamente e andare alla velocità che riteniamo giusta senza essere multati!"
Oppure hai altre idee? Fammi capire...
Già... perché sono tutti bravi a dire "fate schifo, non siete bravi, non fate le cose giuste", ma pare sia impossibile leggere delle critiche propositive, dove ci siano proposte alternative. E mi raccomando: proposte realizzabili.
Già... perché dire "alziamo il limite da 50 a 70 all'ora su tutte le strade, è una proposta facile, ma sarebbe una cazzata faraonica ed inapplicabile, dato che ci sono vincoli comunitari per i limiti delle aree urbane. Anzi, tra non molto saranno messi limiti a 30 all'ora nelle città, proprio per questi vincoli.
Vorrei solo farti presente che per cambiare le situazioni che rendono difficile la vita ai motociclisti, ci si deve confrontare con le istituzioni.
Quindi con la Questura, con le Province (o con quello che ora le sostituisce), con i legislatori e anche con il Parlamento Italiano ed Europeo (tramite la FEMA).
Secondo te se andassimo a dire "ok, ora vogliamo fare quello che ci pare e non essere più multati" ci darebbero ascolto?
Da sempre esiste il concetto "prima il dovere, poi il piacere". Per le istituzioni le leggi che riguardano la circolazione stradale vanno già bene così, se vogliamo dei miglioramenti (il piacere) prima dobbiamo mostrare che siamo capaci di adempiere alle regole esistenti (il dovere).
Altri atteggiamenti sarebbero solo di prepotenza ed arroganza. E ti garantisco che non sarebbero minimamente considerati da coloro che potrebbero fare qualcosa.
Attendo quindi fiducioso suggerimenti.
E comunque se la situazione peggiora, fidati, non è a causa di una associazione come la nostra, con qualche decina di soci, ma a causa di qualche decina di migliaia di imbecilli che scambiano le strade per piste private.
Quindi che la responsabilità se la prenda chi ce l'ha.
Il messaggio dovrà poi essere approvato.