Indignarsi non serve, darsi da fare è meglio
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10 Gen 2013
Ha sicuramente creato una notevole indignazione la notizia dei giorni scorsi in merito alla richiesta inviata ad una madre relativamente al costo sostenuto per rimuovere dalla strada il sangue del figlio morto in un incidente sullo scooter.
La notizia è stata pubblicata su molti siti e giornali. Potete trovare la notizia sul sito di Libero Quotidiano, oppure di Repubblica.it
Al di là della totale mancanza di tatto e della palese stupidità, il grave è che il figlio abbia perso la vita a causa di un palo della luce sito in posizione illegittima, al punto che lo stesso è stato rimosso a seguito del fatale evento.
Ancora una volta un utente della strada su due ruote ha visto finire tragicamente la sua esistenza per leggerezze di chi dovrebbe gestire il “bene comune” nell’interesse della collettività.
Quando si parla di eventi simili, purtroppo all’ordine del giorno dalla Valle d’Aosta alla Sicilia indistintamente, in una sorta di unità nazionale della “tragica fatalità”, emerge però il fatto di base che accomuna gli abitanti della penisola, ovvero la mancanza di un’azione comune, la sinergia dei responsabili versus chi non ha nessuna coscienza.
Chi scampa per miracolosa fortuna ad eventi luttuosi per vere e proprie minacce sulla strada, difficilmente si attiva al fine di evitare che ad altri possa succedere quanto non è successo a lui e qualora ciò venga fatto notare è facile imbattersi nella classica frase “tanto cosa vuoi che cambi...”
Sono queste dichiarazioni di resa che uccidono una cittadinanza che è già morta prima ancora di esserlo veramente : esiste un concetto che va sotto il nome di “complicità” e girare la testa dall’altra parte è il classico comportamento delle tre scimmiette del “non sento,non vedo, non parlo”.
E’ contro questo atteggiamento che il Coordinamento Italiano Motociclisti si batte attivamente, proprio per non rendere vana la perdita di tante vite, ma per far sì che questi sacrifici non siano stati vani in una logica di sorveglianza, di controllo, di pressione nei confronti di chi ha l’autorità per agire.
E’ in quest’ottica che unitamente a Motocivismo abbiamo segnalato con motivazioni tecniche suffragate da fatti concreti la problematica della segnaletica orizzontale scivolosa a Milano, o come in passato della pericolosità dei guard rail o di alterazioni gravi del manto stradale che faremo puntualmente, senza polemiche sterili ma con fermezza e precisione.
E’ vero, a volte troviamo assessori che fanno spallucce (finché nella buca segnalata magari non ci casca qualche suo parente, sia chiaro..), o muri di gomma, ma è anche vero che questa prassi, lo è perché siamo in troppo pochi ad avere SENSO CIVICO ed attivarsi in questa operazione.
Sovente, come italiani ammiriamo la perfezione di manti stradali svizzeri o di regioni del nord europa, la segnaletica ordinata, le piazzole ben definite, ma se in tali zone è così, lo è anche perché i cittadini che vi abitano NON tollerano situazioni rabberciate o peggio pericolose ed AGISCONO nelle sedi competenti (la maggioranza).
Noi italiani, per dirla citando Totò, invece, ci “arrangiamo”, certi che la nostra “furbizia” vincerà sempre, tranne poi piangere lacrime ipocrite sulla testa di un figlio morto in scooter per colpa di qualche imbecille che ha piazzato il palo assassino, magari con la classica frase “tanto è lo stesso...”
Ma non è MAI lo stesso e la differenza tra perizia, diligenza, prudenza ed il loro opposto non la si risolve in aule di Tribunale intasate alla follia e con tempi biblici : l’unica arma è la PREVENZIONE, ma questa richiede occhi ben aperti ed azione collettiva.
Ci piacerebbe poter dire di non essere una voce fuori dal coro, ma una voce di tanti, ma talmente tanti che anche con le porte chiuse e con i doppi vetri nei tanti, troppi palazzi ci sentano !
Siamo certi che se così fosse qualche “tragica fatalità” in meno la otterremmo e richieste assurde come quella subita dalla madre (a cui va tutta la nostra solidarietò) di cui alla notizia ce la potremmo evitare.
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