Guard rail: la cronaca, la legge e la “convenienza” del mercato, storie all’italiana?
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13 Gen 2015
In altro articolo abbiamo dato notizia e commentato la “novità” sui guard rail decisa dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti nell’autunno dello scorso anno, ma l’argomento è certamente fonte di ampi dibattiti.
Stabilire a priori la sicurezza o meno di una infrastruttura è il compito di chi la realizza anche se vorremmo che il “costruttore” fosse diverso dal “verificatore” ovvero si potessero evitare le facili “assoluzioni” di responsabilità a cui la nostra Patria ci ha abituato (non è mai “colpa” di nessuno in caso di disastri, anzi di norma ai responsabili viene pure fatta fare carriera….).
La cronaca che riscontriamo nel web che funge da “memoria storica” però, ci fa riflettere: è il caso della sopraelevata killer di Genova responsabile di parecchie morti proprio a causa di guardrail non contenitivi e scarsa manutenzione.
Era il 2010 quando il magistrato che si occupò di un incidente che vide coinvolti dei motociclisti, esordì con la frase: "È un macello, meglio tornare a vietarla alle moto di sera".
Ma in risposta, la Giunta ligure proponeva interventi straordinari: nuove protezioni, asfalto rifatto a riprova che la pessima infrastruttura era stata la causa dell’incidente avvenuto quindi per omicidio colposo determinando la morte di Cristina Rocca, di 34 anni, e Marco Cortigiano, di 35.
"La sopraelevata è un macello - sentenziò il sostituto procuratore Biagio Mazzeo (il pm che aveva aperto l'inchiesta) - non capisco perché vi sia stata l'opposizione alla chiusura notturna".
Il magistrato non risparmiò critiche pesanti contro la "strada della morte", sui guardrail affilati come coltelli, già oggetto di altre inchieste, e chiamò in causa gli Amministratori Comunali.
Da parte sua, l'assessore allo Sviluppo e Manutenzioni, Elisabetta Corda, annunciò nuove protezioni sulla strada "Aldo Moro".
Rimane il fatto che la prima proposta “all’italiana” fosse quella di CHIUDERE AL TRAFFICO dei Motoveicoli la strada incriminata, ovvero chi mette guard rail o NON fa la manutenzione può permetterselo, ma l’utente, se si ammazza è meglio che non vi passi più, bella soluzione!
La sopraelevata genovese finì quindi inevitabilmente al centro delle polemiche: la soluzione proposta dal proprietario delle strade venne identificata nella sostituzione dei guardrail con una struttura compatta alla base, in grado di attutire gli urti, e tubolare nella parte più alta per non oscurare la vista.
Potremmo citare almeno un centinaio di articoli di cronaca che riportano la “pericolosità” dell’infrastruttura di questa o quella strada, potremmo anche elencare i costi che incidenti legati alla scelta di “abbattere” costi di manutenzione hanno pesato sulla comunità: siamo il Paese in Europa, con il più alto costo sociale legato agli incidenti stradali, e siamo il Paese che identifica sempre di più nella carenze strutturali o nella segnaletica folle la causa.
Ora si parla di cambiare i guard rail della rete autostradale per diminuire i costi di manutenzione, cosa che potrebbe anche rivelarsi una scelta giusta se, nel medio termine avremo anche una diminuzione dei costi legati agli incidenti: ma forse la revisione più importante sarebbe quella legata alla segnaletica assurda ed alla mancata prevenzione.
Certamente la velocità rappresenta l’UNICA variabile che possiamo gestire noi utenti per diminuire i rischi, e quindi.... "non correre papà..."
Coordinamento Italiano Motociclisti
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