Proibite le moto con molti cavalli: ANCMA non ci sta!
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01 Apr 2014
La proposta che circola con insistenza negli ambienti governativi di vietare la circolazione alle moto con potenze superiori agli 80 cavalli, ha visto una forte reazione dei costruttori dei motoveicoli: in una situazione di crisi sarebbe il colpo finale ad un settore che fa fatica a riprendersi!
Pare che la cosa sia ormai decisa e questa stagione estiva 2014 vedrà bandite dalle nostre strade le tante motociclette con potenze di una certa rilevanza: le numerose proteste provenienti dai Sindaci d'Italia tramite l'ANCI hanno avuto riscontro nella decisione, pare ormai irrevocabile, del Ministero dei Trasporti.
Gli eccessi sovente danno luogo a riposte altrettanto radicali e non saremo certo noi che staremo a guardare, ma la situazione era in effetti diventata insostenibile: tantissime le associazioni che vedono nei motociclisti che attraversano i centri urbani "a tavoletta" una minaccia a chi non pratica questa passione!
Per non parlare poi dei rumori nefasti di marmitte non silenziate, delle "gare" tra bikers che scambiano strade di montagne per piste da Superbike: la situazione è diventata ingestibile al punto che anche il mercato assicurativo da tempo chiedeva di "normare" il settore al fine di poter calare le tariffe viste le insistenze dei praticanti.
Ma è ANCMA la prima (e ormai unica) voce di protesta che vede minacciati i propri fatturati, una voce isolata in quanto non esistono associazioni di motociclisti che li tutelino e che possano far sentire alto un coro di proteste: la categoria dei motociclisti è divisa, frammentata e politicamente poco rappresentativa e quindi difficilmente potrà far sentire la propria voce.
Il governo difende la sua rigida posizione forte delle decisioni preso in ambito europeo con le ultime Direttive volute da un Parlamento Europeo unito ed in linea sulla volontà di ridimensionare la mobilità a due ruote ed un motore: dopo la decisione di applicare la revisione annuale obbligatoria dei motoveicoli (dai cinquantini fino alle moto di grossa cilindrata) con costi ormai triplicati rispetto alla prima introduzione della norma, è passata anche quella dell'obbligo dell'abbigliamento Hi-Viz ed a breve si parlerà di divieti a tutto campo nell'accesso ai centri urbani, azione che vede l'Italia all'avanguardia in questo settore!
Ci duole dover scrivere queste cose ormai da "testimoni impotenti" essendo la nostra associazione di promozione sociale giunta alla sua naturale estinzione (questo sarà uno dei nostri ultimi articoli) per i mille motivi che sappiamo: menefreghismo della categoria, disinteresse delle altre associazioni di settore impegnate in altre faccende più importanti ("motoraduno della frittola", ad esempio), mancanza di fiducia della componente industriale, etc…
Lo abbiamo ripetuto fino alla nausea e duole dover constatare di aver avuto ragione: una categoria divisa è facilmente eliminabile e non ha voce in campo… e non siamo certi che il denaro di ANCMA basterà non essendo questa rappresentativa di una categoria di utenti, ma "solo" di una parte che può sempre dedicarsi a costruire altro se il mondo dei motoveicoli sparirà, come pare ormai certo.
Lo abbiamo sotto gli occhi tutti: è la bicicletta elettrica la realtà della mobilità sostenibile ed il motore endotermico è avviato alla sua fine naturale e questo dopo l'ormai consolidato divieto di usarlo nel fuoristrada enduristico già avvenuto negli anni passati.
D'altra parte anche il raddoppio delle tariffe autostradali per i motoveicoli di grossa cilindrata è stata l'ennesima dimostrazione della volontà di chiudere "definitivamente" questo discorso: faremo la fine di pellerossa in "riserva", ma non sarà un problema che si potrà risolvere fermandosi a fare un pieno, ahimè!
Coordinamento Italiano Motociclisti
Ufficio Comunicazione
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