Per accampare dei diritti, pensiamo anche ai nostri doveri!
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28 Mar 2014
Siamo ormai in primavera e quindi inizierà a breve la stagione del bel tempo stabile: siamo certi che assisteremo ancora una volta ad un lievitare di proteste ed azioni mirate contro i motociclisti che scambieranno la strada per una pista.
Paesini siti su strade provinciali e statali si troveranno a dover assistere ad una variante italica del Tourist Trophy.
La risposta a questa invasione di tute colorate e cavalli sfrenati sarà certamente quella di posti di blocco di Polizia Stradale e Carabinieri attivati dalle denunce di sindaci che si troveranno a dover fronteggiare cittadini inviperiti: sarà la solita strage di punti patente, sequestri di mezzi con targhe taroccate o marmitte alterate, senza contare i tanti incidenti per l'alta velocità che faranno aumentare i costi delle polizze nell'anno successivo.
E' comprensibile che acquistando un motoveicolo che esprime potenze non certo turistiche questo sottintenda la volontà di raggiungere velocità da competizione: è la pista la sede ideale per questo tipo di comportamenti, ma è anche vero che noleggiare uno spazio ad hoc in un circuito italiano ha costi da capogiro.
Allora l'italiano "smanettone" cosa fa? Invece di coordinarsi ed agire in modo decisivo per ottenere una riduzione di questi costi, (come andrebbe fatto), si "arrangia" e cerca strade pistaiole e si sfoga fregandosene della destinazione d'uso delle stesse.
Questo comportamento rischia di compromettere un corretto rapporto tra chi va in moto normalmente, ad andatura turistica, e chi in moto non va e che tende a fare di tutte le erbe un fascio: diventa difficile chiedere una maggiore tutela dei diritti dei motociclisti se gli stessi non rispettano gli altri utenti della strada, dai pedoni ai ciclisti, alle auto, ai bus, etc..
Chiediamo quindi ai tanti motociclisti responsabili di rendersi visibili, di manifestare ai giornali locali la loro capacità di rispettare un'etica di comportamento, insomma di tutelare la categoria (anche solo una lettera o una mail alle redazioni a volte serve); ai tanti motociclisti che vogliono sfogare i loro cavalli chiediamo invece di "coordinarsi" ovvero contattare noi tramite il nostro portale al fine di dare vita ad un'azione numericamente importante per chiedere una riduzione dei costi per poter correre sui circuiti in pista.
Uno dei nostri slogan recita "non ci indurre in infrazione", e per poterlo fare l'azione civile è sempre quella di fare sentire la propria voce, il "fai da te", l'arrangiarsi non è la risposta di un Cittadino In Moto, ma quella dei film di Totò di un'Italia che non dovrebbe più esistere.
Ovviamente perché quest'azione abbia successo è necessario che il Coordinamento Italiano Motociclisti non rimanga da solo in questa richiesta e quindi l'invito nei confronti di altre associazioni delle due ruote ed un motore è sempre aperto.
Coordinamento Italiano Motociclisti
Ufficio Comunicazione
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