Una mappa per la sopravvivenza
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23 Nov 2013
E' quello che dovremmo avere quando saliamo in sella, in città come sulle strade extraurbane: una nazione in dissesto su tutta la linea con una rete viabile fatiscente.
Che le due ruote ed un motore possano essere divertimento e tempo libero è vero, ma è anche vero che la mobilità urbana su due ruote a volte è una necessità in tempi di crisi.
Ma se la scelta di lasciare le quattro ruote significa lasciare anche la pelle sull'asfalto per incuria delle infrastrutture, non si può far finta di non vedere. Gli incroci pericolosi quindi bisogna conoscerli per poterli evitare, così per le buche, le curve improvvise, perfino la segnaletica incomprensibile.
Prima di mettersi sulla sella si dovrebbe consultare la mappa aggiornata dei "black point", i punti neri, città per città. La cartina si può scaricare dal sito www.smaniadisicurezza.it ed applicare al navigatore ( vedi qui). Motociclista avvisato, mezzo salvato: è questo ciò che pensano all'Ania, la Fondazione per la sicurezza stradale che ha ideato il servizio.
Chiunque può segnalare una strada a rischio, gli esperti faranno il loro sopralluogo, aggiorneranno la mappa e se le autorità preposte risolveranno il problema, il punto nero scomparirà. In base ai dati di qualche anno fa in Lombardia sono 1.072 i luoghi che potrebbero provocare incidenti, 456 per le buche o i fondi sconnessi, 230 per gli incroci, 166 per i cartelli assenti o poco chiari.
A Milano saremmo (i dati variano costantemente) a quota 242, 83 di questi per fondi sconnessi, 67 per segnaletica assente, 60 per incroci pericolosi, 10 perché il tragitto non è protetto.
La maglia nera, ossia la strada che ha conquistato il maggior numero di segnalazioni, spetta a via Elio Adriano.
"La strada è molto stretta, costringe i mezzi anche pesanti che la percorrono a invadere con le ruote il marciapiede. Alti i rischi per i pedoni, in particolare bambini e accompagnatori che frequentano le scuole vicine, in via San Mamete".
Al secondo posto a rischio troviamo via Bartolomeo Cabella, a Baggio. "È un incrocio pericoloso, a elevata frequenza di sinistri. La segnaletica è insufficiente sia per le precedenze sia per il rispetto dei limiti di velocità".
In tutta Italia i black point sono almeno 5mila in vertiginoso aumento, e con questo servizio la Fondazione vuole contribuire a migliorare la rete stradale della Penisola. Non solo. L'educazione alla guida, soprattutto rivolta ai giovani, dovrebbe risolvere la piaga degli incidenti.
"È atroce che un Paese sempre più vecchio accetti di vedere morire i giovani sulle strade - ha ricordato il presidente Ania - Il 30 per cento dei morti per incidente stradale ha meno di 30 anni, un morto su dieci ha tra i 15 e i 20 anni.
Gli incidenti in moto o in auto rappresentano la prima causa di morte fra i giovani. Nel 2008 su 4.731 morti in Italia, 449 avevano fra i 15 e i 20 anni. Occorre intervenire con le famiglie e le scuole per trasmettere ai giovani il valore della vita e mostrare quanto è pericoloso mettersi al volante sotto l'effetto di alcool e droghe.
Gli educatori stradali segnalano che gli incidenti su strada provocano ogni anno un milione di feriti, 150mila dei quali sono gravi e in 20mila casi ci si ritrova su una sedia a rotelle. Vi sono simulatori che possono mostrare gli effetti della guida su ghiaccio, con la nebbia, sotto l'effetto di droghe o alcool.
Chiediamo agli assessori al traffico di mettersi una mano sulla coscienza: intervenite per tempo sulle segnalazioni fatte!!
Coordinamento Italiano Motociclisti
Ufficio Comunicazione
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