Scooter elettrici o biciclette con pedalata assisitita?
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27 Ott 2013
Il dibattito è agli inizi e le prime battaglie sono già in corso, ma per le biciclette con pedalata assistita non si parla più di “futuro”, bensì è il presente, a quanto pare! Lo dimostrano le vendite del mercato delle biciclette con pedalata assistita dove il segno positivo è a due cifre, ed in un periodo di crisi questo dato fa riflettere.
Una bici a pedalata assistita è una bicicletta dotata di un motore ausiliario elettrico che aiuta il ciclista solo quando questi pedala. È definita dalla normativa europea EN15194, recepita in Italia nel 2009.
Se una bicicletta elettrica funziona anche senza che il ciclista pedali, allora è un ciclomotore elettrico, soggetto a diversa normativa e quindi a obbligo di casco, assicurazione e targa, tutte cose che non competono alle biciclette a pedalata assistita.
Queste ultime per gli spostamenti in città possono essere una geniale alternativa ai mezzi a motore e ai trasporti pubblici, consentendo trasferimenti veloci e senza vincoli di orario e di percorso, senza inquinare, senza sforzo, sfruttando le piste ciclabili, accedendo alle zone a traffico limitato ad un costo chilometrico bassissimo.
Secondo alcuni studi si possono percorrere da 300 a 600 Km con 1 euro di energia, contro i 5-10 Km/euro delle automobili e i 10-20 Km/euro degli scooter!
Tutto questo è possibile grazie alla bassissima resistenza all’avanzamento tipica della bicicletta, che richiede un motore da soli 250W.
Le potenzialità di crescita di questo settore nel nostro Paese sono grandissime, poiché meno di un italiano su dieci conosce direttamente questo innovativo mezzo di trasporto, mentre nel Nord Europa le vendite di e-bikes hanno superato, in valore, le biciclette normali.
Le nostre Forze dell'Ordine però sono molto attente sulle differenze in quanto i sequestri di tali mezzi si ripetono, soprattutto nella zona etnea dove si ritiene che casco, patente ed assicurazione siano necessari per la guida di tali mezzi.
E’ questa una polemica che si trascina dallo scorso anno, dove il giudice di pace etneo aveva segnato un punto in favore dei cittadini, che ora, però dopo nuovi pronunciamenti, un parere del ministero ed una indagine della procura, ha dato man forte ai Vigili che sono tornati alla carica, verbali alla mano.
Per chi le vende e per chi le acquista sono biciclette a pedalata assistita anche se hanno l’aspetto di uno scooter. Per i vigili urbani etnei invece, verbali alla mano, si tratta di ciclomotori. In mezzo sta l’assenza, necessaria per la polizia municipale, di casco, patente e assicurazione cosa che comporta il sequestro dei mezzi
Il caso è scoppiato lo scorso anno, con diversi sequestri di biciclette a pedalata assistita ad altrettanti sorpresi cittadini, i quali hanno subito fatto ricorso.
A maggio 2012 è arrivata la prima sentenza: «Il velocipede sequestrato è assimilabile a una bicicletta elettrica a tutti gli effetti di legge», scrive il giudice di pace di Catania Eleonora Distefano.
A prescindere dal suo aspetto, troppo simile a uno scooter secondo i vigili urbani etnei. Lo scorso ottobre, il Comune di Catania, costretto dal giudice a risarcire i cittadini, ha presentato un ricorso in appello di cui ancora non si conosce l’esito.
Ma la sentenza di primo grado, sfavorevole alla polizia municipale, secondo lo stesso ufficio è «un mero precedente totalmente difforme da altre sentenze dello stesso ufficio giudiziario». Casi che legittimerebbero i nuovi sequestri, come confermato anche dal parere della direzione locale del ministero dei Trasporti.
E lo stop della motorizzazione civile potrebbe avere un peso determinante anche in una eventuale sentenza d’appello a favore del Comune, ribaltando la decisione del giudice di pace. Un’eventualità che farebbe risparmiare decine di migliaia di euro di risarcimento danni alle già disastrate casse dell’ente locale.
«La condizione indispensabile perché si possa parlare di bicicletta elettrica a pedalata assistita è che il veicolo si muova esclusivamente azionando i pedali, anche nel caso in cui esista un motore ausiliario che faciliti la pedalata" , spiega Alessandro Mangani, comandante della polizia municipale etnea.
Al contrario, con una falsa bicicletta a pedalata assistita, possono essere percorsi anche chilometri senza mai pedalare, utilizzando la manopola dell’acceleratore, violando in tal modo numerose norme del codice della strada che implicano anche la confisca del veicolo».
Una distinzione, quella tra le vere bici a pedalata assistita ed i presunti scooter camuffati, a cui i vigili etnei tengono molto, considerata la loro stessa dotazione di bici elettriche.
Nel secondo caso, però, servono: «Certificato di circolazione, targa e assicurazione per la responsabilità civile verso terzi, specifica Mangani, I conducenti, inoltre, devono indossare il casco ed essere in possesso almeno di patente di categoria AM».
Siamo di fronte all’ennesima assurdità all’italiana?
Coordinamento Italiano Motociclisti
Ufficio Comunicazione
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