I problemi del motociclismo italiano
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04 Set 2013
L'estate che stiamo vivendo ha sicuramente dimostrato "sul campo" una diminuzione notevole dei motociclisti praticanti: chi ha continuato la sua attività di mototurista con uscite periodiche lungo il periodo estivo per l'appunto, non avrà fatto fatica su strade pressoché "libere" da altri motociclisti.
Chi poi ha potuto trascorrere vacanze mototuristiche in altre Nazioni europee avrà constatato come la presenza di motociclisti italiani fosse calata: sono sensazioni "a pelle" ben prima di avere dati ufficiali degli enti turistici preposti, ma quasi mai queste esperienze "sul campo" vengono smentite.
Sono molti i fattori che indicano una profonda crisi di "numeri" su un mercato, quello delle due ruote ed un motore, e sono certamente la somma di una serie di aberrazioni dello stesso, che è difficile trovare oltre alle Alpi.
E' evidente dai dati di vendita che negli anni scorsi la motocicletta, in Italia, è diventata più un fatto di "moda" che di necessità effettiva di trasporto: si è data più importanza a concetti di "status symbol" che di mobilità, ed il "mercato" è stato quasi "drogato" nei suoi numeri in anni pre-crisi.
Chi invece crea un "indotto" positivo (caschi, pneumatici, ricambi, manutenzione, etc..) è chi la moto o lo scooter li USA effettivamente, ci fa chilometri e chilometri, magari tenendo un modello sì per molti anni, ma usandolo effettivamente non "esibendolo" solamente per pochi mesi all'anno e solo per trasferte limitate.
In questo secondo caso avremo certamente un ricambio notevole di modelli sostituiti dopo poche migliaia di chilometri per necessità "modaiole", ma tolto un mercato dell'usato ipertrofico e difficile a gestirsi, nel momento in cui la liquidità scende, è il mercato del nuovo che si ferma bruscamente.
Quelle officine meccaniche/concessionarie che hanno da sempre avuto una utenza che la moto o lo scooter li usano con continuità, avrà però mantenuto uno zoccolo duro di utenza che avrà cambiato olii, gomme, candele, filtri, etc.. tagliandi prima delle ferie in moto, così come a fine stagione un'altra visita in officina sarà d'obbligo.
Insomma, i "numeri" stanno ritornando quelli del motociclismo di molti anni fa prima del mercato "drogato" da chi si è avvicinato alla moto non tanto per vera passione ma per pura moda dove conta la pelle del giubbotto e l'abbinamento dei colori oltre alla moto che "fa figo" e non certo usarla realmente su strada.
La mancanza nei "numeri" di veri appassionati è proprio constatabile quando si intraprendono iniziative che coinvolgono la categoria ovvero manifestazioni contro i pedaggi autostradali, od iniziative come quella dell'assicurazione "alla francese", etc..: lì la differenza tra i "motards" francesi ad esempio, ed i "motociclanti" italiani è palese, si tocca con mano…
Nel primo caso parliamo di una categoria compatta, di gente che saluta sempre gli altri suoi pari, di chi si fa sentire con le istituzioni su guard rail, sicurezza delle strade, file parallele, etc.. insomma una categoria omogenea di praticanti.
Nel caso che ci riguarda invece abbiamo un'armata Brancaleone disunita, frammentata, menefreghista e conformista alla bisogna, attiva solamente "se ha un servizio", magari scarso, qualche briciola, ma pronto a svendersi anche solo per quelle.
Le differenze tra il motociclismo italiano e quello d'oltralpe sono evidenti proprio nelle rappresentanze associative in ambito europeo e nella "discussione" che si svolge a quei livelli: in Italia abbiamo un numero cospicuo di "motociclisti" ma che non diventano peso associativo in Europea e quindi non si ha una vera rappresentanza in quelle sedi.
Questo ci esclude dai tavoli dove si decide ad esempio sulla revisione annuale dei motoveicoli, non ci consente di portare in sede europea il problema dei pedaggi autostradali italiani, o di poter discutere in quell'ambito di assicurazioni più consoni a sceicchi arabi che non a semplici utenti della strada.
In sintesi, si potrebbe forse dire in conclusione, i problemi del "motociclismo italiano", sono i…………."motociclisti italiani"?! O ci stiamo forse sbagliando? Dite la vostra….
Coordinamento Italiano Motociclisti
Ufficio Comunicazione
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