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Le moto del futuro decise da chi le costruirà, e noi?

Acem CrisiMercato

L’industria motociclistica ha svelato la nuova strategia per migliorare il livello di sicurezza per i motociclisti in Europa, o perlomeno questo è quanto afferma la comunicazione dell’associazione a cui fanno capo.

ACEM, l’Associazione dei Costruttori Europei di Motocicli, ha comunicato attraverso l’evento denominato “The safe ride to the future” (“Guidare in tutta sicurezza verso il futuro”), la sua nuova strategia per la sicurezza stradale finalizzata ad incrementare ulteriormente il livello di sicurezza per i motociclisti in Europa. 

Il documento è stato presentato alla 10ª Conferenza Internazionale sul Motociclismo, tenutasi a Colonia (Germania), che ha registrato un alto livello di partecipazione riunendo i decisori politici, i rappresentanti dell’industria e del mondo accademico.

La strategia dell’industria motociclistica, spiega una nota, segue un approccio integrato che abbraccia la tecnologia dei veicoli, la formazione degli utilizzatori e la sicurezza delle infrastrutture.

Come parte integrante di questa strategia, l’industria motociclistica ha firmato un Protocollo di Intesa sui Sistemi Cooperativi per il Trasporto Intelligente (C-ITS), ovvero i sistemi di sicurezza che consentono la comunicazione tra i veicoli e tra i veicoli e le infrastrutture. 

I membri di ACEM si impegnano a mettere in vendita almeno uno dei loro modelli con funzionalità C-ITS entro il 2020

Inoltre, l’industria studierà un sistema di chiamata elettronica (eCall) per motociclette, ossia un sistema che genera delle chiamate d’emergenza da un veicolo incidentato immediatamente dopo la collisione.

Per quanto riguarda la formazione dei motociclisti, ACEM e il Consiglio Tedesco per la Sicurezza Stradale (DVR) hanno unito i propri sforzi per promuovere in tutta l’UE degli schemi di formazione volontaria di alta qualità per chi ha già conseguito la patente, tramite un Sigillo di Qualità DVR-ACEM. 

Questo nuovo partenariato fra le due organizzazioni punta ad aiutare i motociclisti europei ad identificare facilmente l’offerta di schemi di formazione di alta qualità.

L’Associazione dei Costruttori Europei di Motocicli organizzerà inoltre una serie di workshop in diversi Paesi Europei per identificare e promuovere le misure volte a migliorare la sicurezza stradale a livello nazionale, regionale e locale. 

Questi incontri riuniranno gli attori chiave, fra cui le autorità pubbliche e le organizzazioni di motociclisti. 

Gli ambiti di discussione includeranno, fra le altre cose, lo sviluppo di politiche di sicurezza più efficaci, la progettazione e la manutenzione delle infrastrutture stradali e la promozione dell’ottemperanza al codice della strada.

The safe ride to the future si innesta sulle precedenti iniziative per la sicurezza come l’impegno dei membri di ACEM ad attrezzare volontariamente tutti i loro nuovi veicoli con dei fari automatici, la sottoscrizione della Carta Europea sulla Sicurezza Stradale e la decisione di attrezzare il 75% dei modelli di motociclette da strada con un sistema di frenaggio avanzato come optional o come dotazione di serie entro il 2015, anticipando i corrispondenti requisiti normativi.

Commentando la pubblicazione della Safe ride to the future, il Segretario Generale di ACEM, Antonio Perlot, ha dichiarato: “Questa strategia conferma il desiderio dei membri di ACEM di essere leader nella sicurezza stradale. Evidenzia la nostra ambizione di ottenere i migliori risultati possibili in Europa sul fronte della sicurezza stradale.”

“Il numero di incidenti mortali fra gli utilizzatori di veicoli motorizzati a due ruote è in calo in Europa – continua Perlot -. Questi risultati sono incoraggianti ma bisogna fare ancora tanto. L’industria motociclistica continuerà a promuovere e sostenere tutte le iniziative volte a creare un ambiente più sicuro sulle strade d’Europa.”

Coordinamento Italiano Motociclisti
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Commento del Coordinamento Italiano Motociclisti: come per altri settori della vita dei cittadini europei sempre più decisioni fondamentali che incideranno pesantemente sulla loro quotidianità, vengono prese da chi ha precisi interessi economici legati al business-core della propria attività.

Sarà a “cose fatte” che l’utente finale dovrà subire le decisioni prese da chi, sovente, non utilizzerà mai il mezzo in questione, ma avrà fatto scelte basate su teorie o dati discutibili.

Forse sarebbe il caso di spiegare al sig.Perlot che se sono calati gli incidenti a carico di motociclisti europei forse è anche perché la crisi ha buttati fuori dal mercato molti di questi utenti e sono forse diminuiti i viaggi dei mototourer lungo le strade dell’Unione.

D’altronde la colpa è decisamente di noi utilizzatori che invece di avanzare precise richieste tramite la categoria continuiamo a razzolare nel nostro piccole cortile becchettando qua e là le briciole che ci lanciano i “padri padroni” costruttori. Non è forse vero?”

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