L’ABS per le moto non sarà obbligatorio fino al 2016
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27 Mar 2013
Nel testo dell’ultimo Decreto Sviluppo Bis non sono mancate le norme sulla sicurezza stradale. Inizialmente, per le due ruote era previsto l’obbligo di l’installazione del sistema anti bloccaggio (ABS). Un provvedimento pensato per produrre nuovi modelli più sicuri, ma che avrebbe riguardato anche le moto già in circolazione.
La norma italiana prevedeva che dal 1° gennaio 2013 i motocicli superiori ai 125cc dovessero essere dotati dell’impianto frenante Abs se superiori ai 125cc. Per le moto di cilindrata inferiore, invece, la norma prevedeva l’istallazione dell’impianto frenante integrale (Cbs), più economico e più semplice da adattare ai mezzi meno potenti.
Vista la situazione attuale del mercato delle due ruote, dove circa il 50% dell’offerta è priva della dotazione di ABS, il provvedimento ha creato subito pareri discordanti sull’effettiva applicabilità della norma e le difficoltà pratiche nell’installare un sistema di questo genere, soprattutto sui modelli già messi in circolazione dalle case produttrici.
Per di più la stessa norma è stata approvata dalla Commissione Europea ma con tempistiche diverse, infatti se la norma italiana prevedeva l’attuazione del provvedimento dal 2013, quella europea verrà attuata dal 2016 e con un anno di tolleranza per smaltire le scorte di magazzino.
A questo proposito, a fare chiarezza, arriva la dichiarazione ufficiale del Sottosegretario ai trasporti Guido Improta che chiarisce che c’è stato un disallineamento tra l’attività parlamentare italiana e quella europea, comunicando: “la norma italiana si intende tacitamente abrogata in quanto subordinata a quella di rango comunitario”.
Il comma 40 dell’articolo 36 contenuto nel decreto Sviluppo Bis recita così: “Al fine di innalzare i livelli di sicurezza dei motociclisti è obbligatoria l’offerta su tutti i veicoli di nuova immatricolazione di cilindrata uguale o superiore a 125 cc, tra le dotazioni opzionali, di sistemi di sicurezza e di frenata avanzati (ABS)...”.
Quella prevista dalla Commissione del Senato è una norma di sensibilizzazione e non interviene sull’omologazione dei veicoli.
Semplicemente chiede alla rete vendita delle motociclette di proporre l’ABS sui nuovi veicoli e non impedisce la vendita di quei mezzi che non lo hanno.
Le case motociclistiche non si devono preoccupare, avranno tutto il tempo per adeguarsi a questo nuovo cambiamento e creare modelli più sicuri senza che l’industria delle due ruote ne risenta a livello economico, anche se una certa disattenzione del mondo politico a questo argomento va denunciato.
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