Stop allo scambio di informazioni tra gli Stati della UE per le multe stradali
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22 Mag 2014
La UE ha sbagliato per quanto attinente la Direttiva 2011/82 sullo scambio di informazioni in materia di infrazioni stradali e la Corte di Lussemburgo, con la sentenza C-43/12, l'annulla.
Gli effetti della Direttiva però rimarranno ancora in vigore per un anno ovvero il tempo necessario per correggere l'errore ed emanare una nuova direttiva ai fini di non compromettere l'obiettivo di una maggiore sicurezza nei trasporti a livello comunitario.
La proposta del 2008 era basata sulla competenza dell'Unione in materia di «sicurezza dei trasporti» e la direttiva successivamente adottata ha stabilito il proprio fondamento nell'ambito della «cooperazione di polizia». Ma è proprio questo il punto che ha dato vita alla proposta di annullamento della Commissione.
La direttiva istituì una procedura di scambio di informazioni relative alle otto principali infrazioni stradali ritenute strategiche per la sicurezza sulle strade:
- eccesso di velocità
- mancato uso della cintura di sicurezza
- mancato arresto davanti a un semaforo rosso
- guida in stato di ebbrezza
- guida sotto l'influsso di sostanze stupefacenti
- mancato uso del casco protettivo
- circolazione su una corsia vietata
- uso indebito di telefono cellulare durante la guida.
Grazie alla direttiva gli Stati membri possono quindi accedere alle banche dati nazionali sull'immatricolazione dei veicoli stranieri in modo da individuare la persona responsabile dell'infrazione. La frenata di questa procedura però è arrivata dalla sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, che ha annullato la direttiva 2011/82.
La cassazione di questa direttiva comprenderebbe quindi anche l’annullamento all’esecuzione transfrontaliera delle sanzioni collegate a queste ultime. Come detto la direttiva era stata adottata sul fondamento giuridico della competenza dell’Unione nell’ambito della cooperazione di polizia, materia indubbiamente che avrà sviluppi.
Mentre, secondo la Corte di Giustizia dell’Unione Europea, per quanto concerne la sua finalità sia il suo contenuto, la direttiva costituisce una misura atta a migliorare la sicurezza dei trasporti: la direttiva, pertanto, doveva essere adottata su tale fondamento.
La Corte nell’annullare la direttiva ne mantiene però gli effetti per un periodo congruo, ma non superiore ad un anno dalla data di pronuncia della sentenza.
Per cui per il momento gli effetti della direttiva rimangono validi, anche se non cancellano alcune perplessità.
Ci sembra che in Unione Europea sia in vigore una confusione notevole di cui chi ne trae il massimo profitto è chi non rispetta le regole: a volte un eccesso di normative e di cavilli finisce per ritorcersi su chi li emana ed un eccesso di garantismo legale pone in contraddizione l’efficacia delle stesse.
Importante poi capire quali rapporti sono instaurati sul fronte “scambio di informazioni” con gli Stati che non sono membri UE ma hanno stretti rapporti con la stessa (multe dei nostri trasnfrontalieri che lavorano in Svizzera, ad esempio...)
Coordinamento Italiano Motociclisti
Ufficio Comunicazione
© Riproduzione concessa con citazione della fonte, grazie.
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