Lo avevamo già detto noi: gli speed check sono irregolari!
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25 Mar 2014
Ora la polemica sugli autovelox finti parte addirittura dal Ministro Lupi che scrive una lettera ai Comuni: «Sono pericolosi, non usateli». Autovelox col trucco: non misurano un bel niente, ma a giudicare da quanti se ne vedono sembrano miracolosi. Il ministro dei Trasporti però li boccia. Comuni ed enti locali hanno riempito le strade di grossi cilindri arancioni.
Li abbiamo notati tutti passando in macchina o in moto, almeno una volta: c’è scritto «Controllo Velocità». In gergo si chiamano «Velo Ok» o «Speed Check».
Ma spesso sono scatole vuote, servono solo come «dissuasori» contro chi tende a superare i limiti di velocità. Funziona più o meno così: su cinque colonnine, una forse contiene un vero autovelox.
Chi guida non può sapere quale di questi è attivo e rallenta per precauzione: ma per il Ministero dei Trasporti si tratta di strumenti «irregolari». Il ministro Maurizio Lupi, in un intervento sul suo blog, sostiene addirittura che «possono costituire un pericolo».
Così ha preso carta e penna e scritto una lettera ai Comuni, per il tramite del presidente dell’Anci Piero Fassino, ribadendo «il parere negativo».
Non è la prima volta che il Ministero interviene sulla vicenda: già qualche mese fa aveva dato un parere tecnico contro i «Velo Ok» perché «non sono inquadrabili in alcuna categoria di dispositivo o di segnaletica previste dal vigente Codice della Strada».
Un vero pasticcio burocratico perché il problema è che per essere in regola i «Velo Ok» devono contenere «misuratori di velocità approvati».
Insomma, devono funzionare e fare multe vere, l’effetto «spaventapasseri» non vale, inoltre i finti «velox» sarebbero anche uno spreco enorme: in un servizio andato in onda a «Le Iene» si parla di 3 mila euro per ogni cilindro.
Infine, il Ministero parla di «pericolo»: perché i cilindri rappresentano un ostacolo se posizionati vicino alla carreggiata visto che poggiano su basi di cemento.
Fonte: Daniele Sparisci
da motori.corriere.it
Coordinamento Italiano Motociclisti
Ufficio Comunicazione
Commento: da un punto di vista prettamente motociclistico sicuramente preferiamo questi "cosi" arancioni rispetto a dossi sovente "spaccaforcella": se si parla di dissuasione di velocità nei centri urbani , tra i due sistemi, questi disapprovati dal Ministero sono certamente meno "invadenti".
Inoltre è stato anche specificato che senza un autovelox all'interno, non sono leciti. Sembra quindi che si preferisca la repressione (autovelox) alla prevenzione (dissuasori).
Rimane il problema di evitare attraversamenti di centri urbani dove passano strade provinciali (sovente rettilinei in centro urbano) con medie da Tourist Trophy: certamente più validi i semafori che scattano al rosso in caso di superamento del limite con annessa telecamera per immortalare chi non rispetta il limite, anche se questo è certamente il costo maggiore per un Comune.
Nei Paesi dell'Est, molto più semplicemente è facile trovare una pattuglia della Polizia Locale ben nascosta dietro l'ultimo cartello del limite (a volte anche 30 o 40 all'ora) molto pronta a "cuccare" chi ha fatto l'infrazione e riscuotere la sanzione corrispondente…
Dopo la prima "castigata" , di solito, si impara e si EVITA di attraversare i tanti paesini di Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria, Bulgaria, etc…. facendo gli "italiani", altrimenti la vacanza diventa "costosa"…
Soluzione semplice, poco costosa, ma che richiede che le Forze dell'Ordine siano presenti sul campo, cosa sempre più difficile visti i tagli all'organico che sono stati fatti per contenere i costi.
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