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Aggiornamento:Mar, 23 Nov 2021 4pm

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Omicidio stradale: si fa sul serio?

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Nella riforma del Codice della Strada dovrebbe essere finalmente inserito questo reato: lo annuncia il sottosegretario ai Trasporti, Erasmo D'Angelis. «La riforma del Codice della Strada avrà come priorità la sicurezza e il sistema sanzionatorio cambierà radicalmente: non la passerà più liscia chi provoca incidenti mortali guidando in stato di ebbrezza o sotto gli effetti di droghe». 

Lo annuncia il sottosegretario ai Trasporti, Erasmo D’Angelis, precisando: «Per chi uccide dopo essersi messo alla guida senza esserne in condizioni scatterà la revoca della patente almeno sino alla fine del procedimento penale, ovvero per anni; inoltre garantiremo la certezza della pena e un inasprimento che, come ci chiedono le associazioni dei familiari delle vittime, prenderà in considerazione il passaggio da omicidio colposo a omicidio stradale».

Quella che si apre è una settimana importante per il nuovo Codice della Strada. «Stiamo lavorando tra Governo e Commissione Trasporti della Camera - spiega il sottosegretario - per unificare in un solo testo la legge delega governativa e quella ereditata dal Parlamento della scorsa legislatura. 

Abbiamo aperto tre tavoli tecnici e c’è tutta l’intenzione di dare una bella svecchiata ad un impianto farraginoso che risale sostanzialmente agli anni ’50, dove la bicicletta si chiamava ancora velocipede». 

L’obiettivo - sottolinea D’Angelis - è passare da un tomo di 500 pagine (230 articoli più altre decine di disposizioni abrogative, transitorie e norme aggiuntive) ad un Codice della Strada «snello, al massimo di 70/80 articoli, lasciando fuori la normativa tecnica per renderlo leggibile. Il Codice deve essere comprensibile perchè deve responsabilizzare tutti gli utenti della strada a regole di convivenza comuni».

I tempi della riforma, però, non saranno brevi. «Il lavoro è avviato - ribadisce il sottosegretario ai Trasporti - è l’obiettivo è quello di arrivare ad un testo finale prima dell’estate del prossimo anno. Il 2014 dovrebbe essere finalmente l’anno del nuovo Codice della Strada. 

Un Codice nuovo anche dal punto di vista della filosofia che lo incardina: occorre passare da una visione autocentrica, dove tutti gli spazi delle città erano regolati unicamente in funzione dell’auto privata, ad una progettualità più europea che dia spazio alle diverse modalità di mobilità, a partire da quelle più ecologiche come la bicicletta».

Oltre 72 mila le firme già raccolte in calce alla proposta di legge popolare che chiede di passare dall’omicidio colposo all’omicidio stradale per chi uccide mettendosi al volante in condizioni alterate; alzando la pena dagli attuali 3-10 anni a 8-18 anni (in modo che anche in caso di patteggiamento e rito abbreviato il colpevole sia passibile di finire in carcere o di misura restrittiva). 

La proposta chiede l’arresto in flagranza di reato (mentre attualmente non è prevista alcuna misura cautelare) e il passaggio dalla revoca temporanea ad un “ergastolo della patente” (a chi uccide sotto effetto di alcol o droga sarà tolta definitivamente la patente dopo il primo omicidio).

Responsabilizzazione dei minori. È una delle priorità del nuovo Codice della Strada, che - secondo il sottosegretario D’Angelis - prevederà l’estensione del sistema a punti anche al patentino necessario per guidare motorini e “macchinette”. 

Massima attenzione sarà posta anche allo snodo della burocrazia, con un drastico snellimento delle pratiche amministrative (sia da parte della Pubblica amministrazione che dell’Aci). 

Verrà confermato lo scontro per le multe se pagate in tempi brevi.

La riforma del Codice introdurrà le zone con limite di 30 Km/h nei centri urbani; per chi va a pedali al lavoro, la bici sarà equiparata agli altri mezzi sotto il profilo assicurativo Inps; per i ciclisti anche doveri come i dispositivi notturni.

Ricordiamo che come CIM ci siamo impegnati in prima linea nell'appoggiare questa richiesta e crediamo che una visione più attenta agli utenti deboli della strada sia fondamentale per un cambio di mentalità, ma oltre a qusto è la formazione e la cultura che potranno fare la differenza.

Coordinamento Italiano Motociclisti
Ufficio Comunicazione

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