Le interviste del CIM: SILVIO LANDRA
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21 Ott 2013
Motor America è il concessionario di moto di riferimento per la Valle d'Aosta, con i suoi 1000mq di superficie, un elevato numero di marchi trattati ed un locale, il "Café de la motò", che si propone come punto ristoro e punto vendita di abbigliamento motociclistico. Motor America nasce nel 1985 ad opera di Silvio Landra, titolare ancora oggi dell'attività a cui rivolgiamo le nostre domande.
D: La Valle d’Aosta ha già di per sé una sua situazione particolare in quanto Regione autonoma, ma anche la proposta di Motor America è particolare in quanto offre un buon numero di marchi di motociclette presenti sul mercato. Come è stato possibile avere questa ampia offerta?
R: Non è stato così sin da subito. Motor America nasce come concessionario Honda nel 1985. Due anni dopo diventa anche concessionario Yamaha e, successivamente BMW. Dal 2000 in poi sono arrivate anche KTM, Triumph, Ducati e Piaggio.
Tutto questo può risultare anomalo per una realtà piccola come la Valle d'Aosta, ma anomalo era anche, nel 1985 aprire un negozio di 1000 mq. Si tratta infatti di uno dei primi concessionari in Italia di queste dimensioni, in precedenza vi erano per lo più negozi monomarca o comunque di piccole dimensioni.
D: Oltre allo spazio prettamente legato al mondo delle due ruote avete creato una zona di svago e ristorazione dove i motociclisti possono incontrarsi, prendere da bere e trascorrere ore serene insieme. Come e quando è nata l’idea del “Café de La Moto”?
R: Nonostante l'apertura del “Café de la moto” risalga al 2009, l'idea nasce con Motor America nel 1985. All'epoca, per diversi motivi, non c'è stata la possibilità di realizzarlo. Nel 2009 l'idea diviene finalmente una realtà e parte del concessionario diviene “locale a tema”, non solo come strumento di ampliamento dell'offerta, ma come investimento “scaccia crisi”. Molto importante è la convivenza nello stesso locale di servizio bar/ristorazione e abbigliamento. Altri locali aperti di recente sembrano essersi ispirati al nostro, come ad esempio Deus a Milano.
D: Il motociclismo ha subito forti cambiamenti in questi ultimi anni e la situazione generale di crisi ha forse evidenziato molte contraddizioni dello stesso. Cosa pensi del momento attuale e cosa pensi possa avvenire nel prossimo futuro?
R: I dati di mercato parlano da soli, si è passati, in Italia, a vendere da 390.000 a 90.000 moto all'anno, i numeri non bastano a tener su le strutture. Il futuro? Grossi centri di distribuzione del prodotto che coprono ampie zone e il ritorno a piccoli punti vendita monomarca e di assistenza. Non c'è più mercato, non ci sono più soldi per acquistare moto anzi, non ci sono più i soldi nemmeno per mantenere moto che già si hanno: tra manutenzioni, benzina, autostrade ecc... la moto sta diventando un bene di lusso.
Non c'è nemmeno più interesse nel mondo del motociclismo: ho messo in moto metà Valle d'Aosta e ora quando i miei vecchi clienti si ripresentano con i loro figli quattordicenni è difficile vedere nei ragazzi un vero interesse per la moto. Alcuni chiamano persino a casa quando portano la moto a fare il tagliando, per chiedere al papà se qualcosa non va...
D: Nell’ambito della vostra attività si sono creati gruppi di aggregazione per specifici marchi, pensiamo ai “ducatisti” ad esempio, e così è in generale per le tante “tribù” di chi nella moto vede una sorta di complicità per riconoscimenti specifici. Cosa pensi di questo aspetto delle due ruote, non pensi che se i motociclisti si riconoscessero in quanto tali, al di là dei marchi, ne avremmo tutti dei vantaggi?
R: L'aggregazione come motociclisti in genere sarebbe sicuramente un passo avanti. Riconoscersi come motociclisti in quanto tali sarebbe vantaggioso per tutti: motoclisti e non! Ora come ora assistiamo alla polverizzazione di un interesse comune, che si tramuta in un disinteresse della categoria: questa disgregazione non porterà da nessuna parte.
D: Una domanda personale. Lavorare nell’ambito delle due ruote alla fine può rendere nauseante questo tipo di mondo: tu vai in moto e ti piace farlo, oppure non riesci più a praticare questa passione proprio per la scelta lavorativa?
R: Vado in moto tutti i giorni, dal disgelo al gelo. Non posso più permettermi un utilizzo ludico della moto come un tempo che la utilizzavo sia per le vacanze che per andare in pista. Ora uso la moto quotidianamente e credo che questo utilizzo possa essere il rilancio del mercato delle moto: l'incentivazione ad utilizzare la moto in un contesto cittadino al posto dell'auto, puntando sulla sua praticità d'uso. Vedere la moto come “utile” avvicinerebbe coloro che non hanno interesse a comprarla perché la vedono solamente come uno strumento di divertimento per una categoria a parte: i motociclisti.
Ritornando alla domanda, l'utilizzo della moto in ambito quotidiano non mi ha fatto passare la passione per le moto belle. Sono praticante per necessità oltre che per piacere.
Oggi come oggi anche in questo tipo di lavoro, che ti permette di stare a contatto ogni giorno con le tue passioni, non è facile trovare stimoli economico/lavorativi. Purtroppo la soddisfazione del cliente è alta solamente se sono disponibili risorse economiche ampie, al contrario della situazione attuale. Frasi come “non offrite più il servizio di una volta” sono all'ordine del giorno, ma con la vendita ridotta ad ¼ rispetto agli anni '90 e ai primi anni 2000 e la metà del personale, è difficile mantenere il servizio di un tempo.
Sono ritornato a fare il lavoro che facevo nel 1990... ad esempio il sabato mattina, invece che andare in giro in moto e lasciare il concessionario in mano ai dipendenti, vado io stesso a recuperare le moto. E anche il fatturato è lo stesso del 1990!
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Ringraziamo di cuore SIlvio LANDRA titolare di Motor America che, ricordiamolo, è anche CIM POINT ovvero è possibile sostenere il Coordinamento Italiano Motociclisti tesserandosi presso il negozio, tra un sogno di moto e l'altro....e magari i sogni diventano realtà, come speriamo per gli obiettivi che il CIM si è dato.
Da parte nostra i migliori auguri per la sua attività che è un riferimento di elevato valore per tutti gli appassionati delle due ruote ed un motore di una bellissima Regione d’Italia come è la Valle d’Aosta.
Vi aspettiamo tutti per il Memorial Spadino del 2014 che sarà un evento ancora più importante del passato per TUTTI i motociclisti italiani e francesi.
Un ringraziamento anche a Matteo M. che ha curato l'intervista con determinazione.
Coordinamento Italiano Motociclisti
Ufficio Comunicazione
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