Giro di vite in Francia sulla sicurezza stradale: divieto ai caschi Bluetooth!
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03 Feb 2015
Il Ministero dell'Interno francese nella figura del titolare del dicastero M.Bernard Cazeneuve ha presentato in data 26 gennaio 2015, alla stampa, un dossier sulla sicurezza stradale contenente 26 nuove misure per migliorare la stessa, ovvero intervenire su alcuni fattori, a suo parere strategici per aumentare la sicurezza stradale stessa.
I dati degli ultimi due anni in effetti indicano un aumento dei morti per incidenti stradali nella nazione transalpina di almeno il 3,7 %. confrontando il rapporto tra 2014 e 2013.
Tra le proposte che riguardano i motociclisti anche il divieto di utilizzare sistemi di ascolto audio, che distrarrebbero la guida dei conduttori dei veicoli (in generale), ma si specifica la parola "casque", ad indicare che con l'utilizzo dello stesso sarebbero "interdetti" tutti i sistemi di ascolto ivi contenuti.
I dati del Ministero indicano come quelli sulla mortalità, che riguardano i motociclisti sono pressoché stabili rispetto a quelli dei conducenti di autovetture che invece sono aumentati.
Sono ben 26 le misure che il Governo francese ha approntato per regolamentare maggiormente la circolazione stradale.
In particolar modo si punterà a migliorare i programmi scolastici di guida, effettuare più campagne di sicurezza, abbassare i livelli di tolleranza per il tasso alcolico relativamente ai neopatentati (da 0,5 g/l di 0,2 g/l), ridurre la velocità ai 30 km orari nelle città affollate, si utilizzeranno radar a doppia faccia e senza finestre per localizzare il punto di controllo, ed infine saranno vietati i vetri oscurati per le autovetture al fine di poter visualizzare conducenti che utilizzano un telefono cellulare durante la guida.
Se queste sono le linee guida delle misure in generale, nello specifico per i motociclisti, le misure proposte prevedono dimensioni uniformi per le targhe delle motocicletta, con un aumento delle stesse al fine di permettere alle forze di Polizia di identificare più facilmente i trasgressori per eccesso di velocità, l'obbligo di indossare un giubbotto ad alta visibilità in modo da averlo già in caso di panne e sosta lungo la strada.
Per quanto attinente ai sistemi audio la proposta dice letteralmente "vietare l'uso di qualsiasi tipo di cuffie, tappi per le orecchie, con l'uso del casco che potrebbero limitare l'attenzione dei conducenti".
Questo significherebbe la fine dei caschi dotati di auricolari Bluetooth con buona pace dei produttori di tali sistemi: in realtà, come al solito, il governo francese, ha dimostrato una reazione impulsiva, più dettata dall'emotività che dal raziocinio.
Vietare i comunicatori "wireless" nel casco, significa che si dovrebbero anche vietare le radio in auto, cosa che non è prevista.
Inoltre i comunicatori "wireless" su una moto non servono solamente per il telefono cellulare (in realtà sono molto pochi i motociclisti che lo utilizzano effettivamente in questo modo): il loro maggiore utilizzo è quello di parlare con il passeggero, oppure ricevere le istruzioni di navigazione dal proprio GPS collegato, ed infine per ascoltare la musica.
Allora perché proibire le comunicatori wireless? Non è qualcosa che può avere una spiegazione scientifica, oppure un dato statistico che ne evidenzi la pericolosità.
Questa è la classica reazione impulsiva di "tecnocrati" che debbono fare vedere che "fanno qualcosa" per giustificare alla Nazione i loro alti stipendi.
Il governo pensa che vietando i sistemi di comunicazione per casco da moto, i motociclisti utilizzeranno di nuovo le mappe di carta, girando la testa per gridare ai nostri passeggeri in modo che ci possano sentire, o si metteranno ad utilizzare uno stereo sui nostri manubri in modo di poter ascoltare la musica?
Se pensano questo, beh, allora, dovranno vietare l'uso di radio e GPS in auto, e mettere la museruola ai passeggeri dell'automobile. Altrimenti, è discriminazione bella e buona!
Per fortuna c'è anche un aspetto positivo per le motociclette in queste 26 proposte: è la nuova regola che non dovrebbe permettere alle auto di parcheggiare entro i 5 metri di un passaggio pedonale, mentre questo sarà consentito ai motocicli.
Questo significherebbe un maggiore spazio per il parcheggio destinato alle moto ed inoltre la nuova regola proteggerebbe i pedoni nel loro attraversamento sulle strisce pedonali in quanto auto parcheggiate vicino alle stesse impedirebbero una corretta visione nei confronti di quelle che giungono.
Tra le varie proposte, indubbiamente interessante quella di posizionare nuova cartellonistica stradale "pieghevole" in caso di urto dei motociclisti al posto delle attuali rigide, proprio per proteggere questi ultimi in caso di urto.
La valutazione su queste misure, fa concludere che le stesse siano proposte più legate ad accontentare richieste specifiche e far sì che si pensi che il Ministero degli Interni si stia dando da fare, più che nascere da effettivi studi, insomma più una operazione di marketing che il vero interesse di tutelare i propri cittadini.
Ma questo non è un problema francese, ma si può ben dire che è "globale".
Rimane il fatto che, sovente, iniziative di uno Stato Membro dell'Unione, soprattutto se influente, possono dare corpo e materia per iniziative analoghe in ambito Europeo con la creazione di Direttive Comunitarie che vanno a vincolare gli altri membri del "club": come si tentò con la revisione obbligatoria annualmente o la Direttiva sulle Patenti che oggi è realtà per tutti gli Stati dell'Unione.
Il limite di velocità a 30 km/h in città, ad esempio è materia portata avanti da parecchi esponenti del Nord Europa e potrebbe diventare Direttiva Comunitaria in effetti: in Italia siamo sempre talmente presi dalle nostre beghe di cortile che ci dimentichiamo di andare a discutere là dove queste decisioni vengono prese e brilliamo per l'assenza dei nostri rappresentanti.
Coordinamento Italiano Motociclisti
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