In moto senza casco : la realtà degli Stati Uniti
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26 Mag 2014
Nel 1970 gli stati americani che obbligavano all'uso del casco erano 47, ora ne sono rimasti solo 19. Mentre in Europa a livello di Parlamento avanzano tesi per cui la sicurezza dei motociclisti passerebbe dal controllo ANNUALE dei motoveicoli (ma il casco lo mettiamo, chi più chi meno..) negli U.S.A. il casco è un optional.
In verità anche nel Belpaese alla latitudini più assolate l’utilizzo dell’indispensabile accessorio è variabile (se fai una rapina o devi scontrarti con la Polizia lo si mette di default, ma per scorribande su scooter, ah, beh…allora…), ma certo è che la nostra normativa ne impone l’uso non lo rende facoltativo, comunque.
Sorprende quindi che la Nazione tecnologicamente più avanzata del mondo, ovvero gli Stati Uniti, stia invece facendo un grosso passo indietro sull'argomento, con grave disappunto di organizzazioni da sempre impegnate sul fronte della sicurezza stradale. La legge europea obbliga a portarlo, qualunque sia il mezzo a due ruote che conduciamo e qualsiasi sia la nostra età in Italia i motociclisti prestano grande attenzione alla sicurezza sulla strada.
Quella americana quindi è un'involuzione silenziosa della sicurezza che sta portando i suoi effetti negativi. Analizziamo quindi a che punto è la situazione sulle strade americane, simbolo di libertà e mitici viaggi on the road.
In molti degli Stati a stelle e strisce i motociclisti sulle strade non superano il 5% del parco circolante, ma gli incidenti mortali coinvolgono dal 15% al 20% conducenti di veicoli a due ruote. E questo soprattutto perché la legge non punisce chi va in giro senza casco. Ogni anno qualche nuovo Stato elimina l'obbligo di utilizzo e ne sono rimasti solo 19.
Gli altri prevedono un utilizzo di questo sistema di protezione solo per i minorenni e i neopatentati e alcuni non lo prendono proprio in considerazione.
"In Usa - afferma il Presidente di ASAPS, associazione sempre attenta alla prevenzione degli incidenti ed alla sicurezza - c'è stata una sorta di ribellione dei motociclisti poco attenti alla sicurezza, che sono la maggioranza. Con petizioni e richieste ai vari governatori lo slogan era sempre lo stesso: "Vogliamo essere liberi di scegliere se portare o no il casco" e siccome l'America è il continente della libertà, la maggior parte dei motociclisti è libera di... morire sulle strade. L'aspetto più brutto di questa vicenda poco discussa nel resto del mondo è che si sta andando lentamente verso la rimozione totale dell'obbligo. Nel 2013 gli stati americani che impongono l'uso del caso hanno speso 3 miliardi di dollari in meno in spese sanitarie per i motociclisti vittime di incidenti... ma sembra che nessuno degli aspetti positivi venga preso in considerazione".
Nel lungo termine lo stesso atteggiamento potrebbe raggiungere il continente europeo nell’ottica di una libertà di scelta: la discussione in effetti potrebbe riattivarsi anche da noi a fronte di continui atteggiamenti impositivi (a volte eccessivi) che tendono a produrre reazioni eguali e contrarie.
Il problema è anche assicurativo come è facilmente intuibile e, qualora per un aumento di incidenti legati alla “libertà” o meno di portare il casco, ci fosse un forte inasprimento dei premi, il problema sarebbe anche di chi, per prevenzione e per scelta lo porterebbe comunque.
Coordinamento Italiano Motociclisti
Ufficio Comunicazione
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