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Aggiornamento:Mar, 23 Nov 2021 4pm

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Spagna batte Italia nello sprint sulla riforma del Codice della Strada!

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In Spagna è al via la nuova legge per la sicurezza stradale: casco obbligatorio per i ciclisti under 16 e regole più severe per il trasporto dei bambini. Giro di vite anche su alcol e droga: si scopre che in Spagna la prima legge in materia fu varata nel medioevo. 

Sparisce “l'ebbrezza da stupefacenti”: sarà sufficiente farne uso per finire davanti al giudice. Etilometri e test anche per i pedoni

A Madrid c'è aria di novità in Spagna, in materia di sicurezza stradale: la Camera bassa del parlamento ha infatti approvato la nuova legge in materia di sicurezza stradale che propone importantissime novità e che entrerà in vigore entro breve tempo, non appena il testo sarà pubblicato sul Boletìn Official del Estado, la nostra Gazzetta Ufficiale.

Le novità sono molte e promettono di fare scuola in tutta Europa: parliamo di casco obbligatorio per i ciclisti under 16, maggiori restrizioni per il trasporto dei minori in auto e vero e proprio giro di vite per le ebbrezze, oltre a nuovi limiti di velocità e tanto altro.

Vediamo tutte le maggiori novità.

- Casco per i mini-ciclisti
Il casco per i ciclisti sarà obbligatorio in città per tutti i minori dei 16 anni e non indossarlo costerà – ai genitori o a chi eserciti la potestà genitoriale dei trasgressori – 200 euro.

- Trasporto bambini in auto
I bambini di altezza inferiore a 1 metro e 35 cm non potranno viaggiare sui sedili anteriori, nemmeno con seggiolini o adattatori: dovranno essere assicurati con dispositivi omologati sulle sedute posteriori e – la legge prevede questa specifica fattispecie – qualora il veicolo abbia solo due posti, il piccolo passeggero dovrà muoversi con altri mezzi: nel caso in cui si scelga un taxi, la responsabilità della trasgressione – e quindi la sola multa – sarà esclusivamente del genitore (anche in Italia, i taxi e i veicoli NCC sono esentati dall'obbligo).

La sanzione, pesante, prevede i soliti 200 euro di multa e il sequestro dell'auto.

In Italia, lo ricordiamo, l'articolo 172 del CDS prevede che i bambini di altezza inferiore a 1 metro e 50 siano agganciati a un sistema di ritenuta omologato, adatto al loro peso e alla loro statura. 

L'obbligo di utilizzare questi sistemi finisce quando supera il metro e mezzo di altezza, perché da quel momento può usare le cinture di sicurezza normali. 

Gli esperti consigliano di trasportare il bambino che non abbia ancora superato il metro e mezzo, con il seggiolino di rialzo, lasciando dunque ampia discrezionalità ai genitori.  

In Spagna l'analisi della sinistrosità ha messo in luce vere e proprie criticità che hanno indotto la Direzione Generale del Traffico (DGT) a prendere in mano la situazione: proprio nel mese di marzo, la DGT ha ordinato a Guardia Civile, Polizia Nazionale e alle polizie locali un poderoso servizio mirato all'analisi della trasgressività in materia di trasporto di bambini, scoprendo che 318 di loro viaggiavano senza alcun dispositivo di sicurezza allacciato: 83 piccoli erano sui sedili anteriori e 235 in quelli posteriori. 

Nel 2012, 15 dei 40 bambini rimasti uccisi in incidenti stradali viaggiavano slacciati e quando al ministero dell'Interno qualcuno ha fatto notare che anche in condizioni di rispetto dei limiti di velocità la mancanza di cintura moltiplica per quattro il rischio di morte e che il semplice “click” dimezza la mortalità, l'ordine della tolleranza zero è stato immediato.

- Giro di vite sulle ebbrezze: alcol
Nella riforma del Codigo non poteva mancare l'inasprimento in materia di ebbrezze: raddoppia la sanzione amministrativa minima in caso di superamento della soglia legale alcolemica – 0,5 g/l per tutti e 0,3 g/l per i conducenti professionali e per i neopatentati, con meno di 2 anni di carnet – passando da 500 a mille euro, cifra destinata a raddoppiare ulteriormente nel caso di recidiva negli ultimi 12 mesi.

Secondo il ministero dell'interno il 42% degli spagnoli ha guidato almeno una volta, nell'ultimo anno, in stato di ebbrezza e stima, sulla base dell'incrocio dei dati delle polizie, degli ospedali e delle autopsie, che su 100 incidenti mortali l'alcol sia presente in una percentuale variabile tra il 30 e il 50%. Numeri importanti, questi, che il governo snocciola senza paura di intimidire le forti lobbies del vino e della birra, spiegando che le sostanze alcoliche, anche quelle più tradizionali, non sono un alimento, non fanno mai bene nemmeno in dosi moderate, e che si tratta di sostanze psicoattive, con conseguenze nell'oganismo anche in caso di minima assunzione.

Forse perché fin dai tempi del tardo medioevo, la comprensione degli effetti della sbronza sulla guida era ben nota ai governanti iberici, tanto che la regina Isabella La Cattolica alla fine del '400 promulgò una legge che puniva severamente i caballeros ubriachi sorpresi in sella o alla guida di carri.

In Spagna, oggi, essere positivi all'etilometro comporta come in Italia due diverse fattispecie repressive: quella amministrativa e quella penale. 

Si resta in campo amministrativo tra 0,5 e 1,2, con multe a partire da mille euro, decurtazione di 4 dei 12 punti patente e con sospensione di della licenza da un minimo di tre mesi; per i conducenti professionali e per i neopatentati, i limiti si abbassano da 0,3 a 0,6 g/l. 

Si finisce invece davanti al giudice superando il limite di 1,2 g/l (in Italia la soglia penale scatta a 0,8), con reclusione da 3 mesi a un anno, lavori socialmente utili da 31 a 90 giorni, e con ritiro della patente da 1 a 4 anni. 

Se il “positivo” risulti aver condotto il veicolo in maniera temeraria o abbia messo in pericolo la vita o l'integrità delle persone, il carcere raddoppia (da 6 mesi a 2 anni) e la patente potrà essere ritirata fino a 6 anni (!).

- Giro di vite sulle ebbrezze: droghe

In Spagna, come in Italia, la difficoltà principale nel contrasto alla guida narco-correlata è rappresentata dal fatto che per contestarla è necessario dimostrare che il conducente sospetto sia in stato di ebbrezza da stupefacente: bisogna cioè che il poliziotto che ferma un driver sospetto sia in grado di dimostrare che abbia appena sniffato coca, si sia appena fumato uno spinello o che si sia appena “calato” un acido. 

Oppure che un medico certifichi la sintomatologia e metta il piedipiatti nella condizione di portare al giudice tutti gli elementi necessari alla contestazione. 

Complice l'assoluta latitanza della legge e delle dotazioni, si tratta di un accertamento sostanzialmente impossibile, che trova compimento – purtroppo – solo in caso di incidente stradale di una certa gravità, che comporti il ricovero del trasgressore o delle sue vittime.

La nuova legge spagnola sopprime a tutti gli effetti la necessità di dimostrare lo stato di ebbrezza da droghe e sarà sufficiente che un test salivario – di quelli che in Italia sono più rari di un Penny Black, il primo francobollo inglese – abbia esito positivo per dare il via al procedimento amministrativo o penale.

- Al via anche etilometro e “drogometro” per i pedoni

Qui, crediamo, ci sarà da discutere: la riforma prevede infatti etilometri e narcotest anche per i pedoni che commettano infrazioni, superando così l'obbligo attuale che per sottoporre un viandante a prove di ebbrezza sia necessario il suo coinvolgimento in un incidente. 

In Spagna, nel 2013, i pedoni uccisi sono stati 370 e rappresentano in assoluto la categoria più debole di tutte.

- Velocità: nuovi limiti e regole

Il limite massimo di velocità su autostrade e superstrade resta generalmente fissato in 120 orari ma si prevede la possibilità di alzare tale limite fino a 130; sia nelle strade con limitazione a 120 che in quelle con limite massimo a 130 km/h, superare i divieti fino a 150 orari comporterà l'applicazione di una sanzione amministrativa di 100 euro senza decurtazione di punti. 

Non è invece stata modificata la soglia di superamento del limite di velocità oltre la quale la condotta diventa delitto penale, che resta fissata in 80 km/h. 

Questo particolare, che crea qualche dubbio nei puristi, comporta che in autostrada con limitazione a 130 si potrà sfrecciare fino a 210 orari prima che alle velleità del “pilota” metta un freno l'autorità giudiziaria.

Altre novità

Il piatto è davvero ricco: sarà vietato circolare utilizzando detector di autovelox (200 euro e tre punti decurtati), è previsto obbligo per gli stranieri residenti di immatricolare i veicoli, con il dichiarato fine di poter attribuire a un targa stabilmente circolante nel territorio il nome del suo proprietario, e i corsi presso autoscuole e le sessioni di revisione in centri privati potranno essere oggetto di controllo casuale da parte di ispettori governativi. 

Ma non è finita: gli agenti potranno comminare multe senza alcun obbligo di fermare il veicolo e, come in Italia, chi investe un animale ne sarà responsabile, a meno che non sia dimostrato che l'ente proprietario della strada non abbia avuto tutte le accortezze necessarie a impedirne lo sconfinamento sull'arteria di competenza. 

Infine, e anche questo dovrebbe fare scuola, sta per essere introdotto il divieto di esportare all'estero veicoli pericolosi sia per età che per caratteristiche inquinanti. 

Fonte: articolo di Lorenzo Borselli (ASAPS)

Commento del Coordinamento Italiano Motociclisti: è evidente che l'Europa sta dimostrando tutta la limitazione di un sistema che non ha più nulla di organico: i singoli Stati legiferano in modo anarchico e l'Unione emana Direttive che gli Stati singoli applicano quando vogliono e come vogliono….insomma la situazione è caotica.

Non riteniamo che OBBLIGHI di varia natura possano compensare la stupidità umana che si manifesta comunque ed in ogni modo, ciò che andrebbe fatto, INVECE sarebbe quello di elevare la RESPONSABILITA' individuale andando a toccare l'unica cosa che oggi sembra essere di rilievo, ovvero il portafoglio.

In alcuni Stati Americani il casco per motociclisti non è obbligatorio ma se l'assicurazione lo contempla e tu non lo metti, paghi TU di tasca tua…insomma vedi tu cosa vuoi fare…

Idem, in alcune Nazioni NON esiste un sistema assicurativo privato o nazionale che "copra" i rischi di sport come il parapendio od il canyoning che sono quindi "a tuo rischio e pericolo"

Non è economicamente sostenibile un "sistema sociale organizzato" in cui le follìe dei singoli gravino come "costi generali" su tutti, anche su chi è virtuoso: la "repressione" sarà la prima fase, quella "inutile", ahimè, che darà seguito a decisioni inevitabilmente drastiche…. è la storia che lo dimostra.

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