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Aggiornamento:Mar, 23 Nov 2021 4pm

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Pedaggi delle autostrade, una presa in giro!

Pedaggi autostradali

Autostrade per l'Italia difende gli aumenti sbandierando la sicurezza: dopo le polemiche sul rincaro dei pedaggi, Autostrade per l'Italia (primo gestore in Italia per chilometri controllati) si difende, parlando anche di sicurezza. Dal 1° gennaio 2013 è decorso l'ennesimo adeguamento tariffario. Rincari dei pedaggi arrivati da parte di un po' tutti i gestori, con relative polemiche. D'altronde, i ritocchi sono stabilti dalla Convenzione unica vigente. 

Infatti, da una parte l'Anas (che "rappresenta" lo Stato, proprietario delle autostrade) e dall'altra i gestori firmano un accordo: prevede pedaggi più cari a condizione che le concessionarie investano sulla rete. Anche per la sicurezza stradale di chi guida.

L'adeguamento tariffario è il risultato delle seguenti componenti: 1,47%, pari al 70% dell'inflazione registrata nel periodo 1° luglio 2011-30 giugno 2012; 1,99%, relativo alla "X" investimenti della formula tariffaria, a copertura degli investimenti addizionali inseriti nel IV Atto Aggiuntivo del 2022; 0,05% relativo al fattore "K" per la remunerazione dei nuovi investimenti previsti dalla convenzione unica vigente. 

Insomma, in base a una complicata formula matematica che lega gestori e Stato, i pedaggi andavano rincarati.

Su tutto, incide anche il denaro che va allo Stato. In base all'articolo 1 della Legge 122/2010, i pedaggi autostradali includono a titolo di integrazione chilometrica a beneficio dello Stato 6 millesimi di euro a chilometro per le classi di pedaggio A e B, e 18 millesimi di euro a chilometro per le classi di pedaggio 3, 4 e 5.

Nel periodo 1 ottobre 2011-30 settembre 2012, gli investimenti di Autostrade per l'Italia hanno raggiunto 1,4 miliardi di euro, anche a favore della sicurezza stradale. Viene così confermato il ruolo di primo investitore privato del Paese con oltre 20 miliardi di euro che serviranno ad ammodernare e migliorare circa 900 chilometri di rete nei prossimi 10 anni. Ad oggi, secondo quanto viene dichiarato, sono stati completati lavori di potenziamento per oltre 280 chilometri per un importo superiore a 7 miliardi di euro. Inoltre, anche grazie al Tutor, gli incidenti sono calati: il numero dei feriti è calato del 12,3% rispetto all'anno precedente e quello dei deceduti del 14,8%.

Ai fini del calcolo del pedaggio, dovuto tra un casello di ingresso ed uno di uscita, si moltiplica la tariffa unitaria chilometrica, per la distanza percorsa che include anche tratti di svincolo e rami di collegamento. All'importo ottenuto si deve aggiungere l'IVA e l'arrotondamento: è vero che questo è applicato in maniera automatica senza alcuna discrezionalità da parte della concessionaria, ma spesso danneggia l'utente; la norma prevede che se il pedaggio dovuto presenta una cifra finale inferiore ai 5 centesimi di euro, il pedaggio che paga l'utente è arrotondato ai 10 centesimi inferiori.

Se la cifra finale è uguale o superiore ai 5 centesimi il pedaggio per l'utente viene arrotondato ai 10 centesimi superiori. 

Talvolta, basta un lieve aumento su una tratta breve per far arrotondare all'insù il pedaggio, che così diventa molto più costoso di prima.

Sarà, ma a noi i conti non tornano mai perché due ruote pagano SEMPRE come quattro!

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Ufficio Comunicazione

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