Se mi dai una cosa a me, io poi do' una cosa a te...
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09 Giu 2013
Una nota casa di abbigliamento tecnico per motociclisti ed una altrettanto nota compagnia di assicurazioni on line hanno stipulato un accordo per il quale l'utente che acquista un determinato modello di giacca ha diritto ad uno sconto sulla polizza legata alla sua motocicletta.Fare i nomi sarebbe "pubblicità" forse, ma stante la grandezza degli interessi sul mercato, anche il non farli potrebbe essere tale, ma la notizia richiede comunque una serie di valutazioni, per cui il "che se ne parli bene o male, basta che se ne parli…", ahimè, ci sta tutto!
Indubbiamente ogni sinergia a favore della sicurezza è interessante, nello specifico è un dato di fatto che il costo di un tale capo di abbigliamento è tale che la vendita senza alcuna forma di incentivo potrebbe dare luogo ad un flop inevitabile e quindi una qualche forma di attrattiva va studiata.
La casa di abbigliamento tecnico in questione ha fatto della ricerca un suo obiettivo fondamentale: fare ricerca oggi costa molto e per sostenere la stessa o un'azienda riceve contributi pubblici oppure deve gestire le risorse tramite i suoi bilanci, magari andando ad incidere su altri settori, non ultimo una delocalizzazione per abbattere i costi di produzione.
Uno degli aspetti che ha inciso sul calo di utenti nel mondo delle due ruote ed un motore, è senza dubbio stato l'elevato costo delle polizze assicurative, ed ogni iniziativa che si prefigge di contenere questi costi va premiato indubbiamente.
In buona sostanza questo accordo cerca utenti sensibili che abbiano voglia di "investire" su un capo tecnico di alta ricerca volto ad una sicurezza dell'utente stesso, "premiandolo" sul costo assicurativo.
Un nodo cruciale, un intoppo che sovente limita queste iniziative è proprio la rapidità della ricerca: l'utente accoglie favorevolmente l'iniziativa ed investe sulla stessa, magari con uno spirito pionieristico, peccato che dopo pochi mesi, sul mercato uscirà un capo con caratteristiche superiori ed un minor costo, oppure una iniziativa della concorrenza farà rimanere il precipitoso acquirente senza unghie per la rabbia!
Questo determina come conseguenza che molti utenti "scottati" stiano fermi, osservino in attesa degli eventi ovviamente avendo già sia una polizza che un ottimo capo tecnico magari comprato proprio lo scorso anno.
Iniziative come queste quindi possono sicuramente fare presa su "nuovi utenti" che sull'ondata dell'entusiasmo del neo acquisto motociclistico vedono questa opzione nell'ottica di un servizio "full monty" (bel portafoglio però, complimenti…), ma su utenti "storici" difficile che facciano presa.
In sintesi: pur lodando ogni idea di sinergia, ci sembra che non sia questa la strada per fare un salto di qualità della sicurezza degli utenti delle due ruote e ci sembra anche che ogni qual volta che si intraprendono delle iniziative che riguardano i "motociclisti" questi siano gli ultimi ad essere contattati.
In Francia la FFMC è partner specifico di istituzioni, comuni, aziende che realizzano le infrastrutture, aziende che realizzano capi di abbigliamento tecnico, etc… la "formazione" degli utenti della strada poi è basilare!
Nella stragrande maggioranza dei casi che coinvolgono incidenti dove il motociclista è sempre la vittima, la causa è un automobilista distratto che (statene certi), dichiarerà: "….non l'avevo visto…".
Abbigliamento fluorescente, led luminescenti sul casco, fuochi d'artificio a bordo, etc…possiamo inventarci quello che si vuole ma il problema rimane la "formazione"!!
Perché NON si fanno corsi specifici nelle scuole guida volti ad INSEGNARE a chi la moto non ce l'ha "come vedere" gli utenti a due ruote, perché non si spiegano le motivazioni che obbligano i motociclisti a comportarsi in determinati modi in modo da aiutare l'automobilista a PREVENIRE situazioni di supposta "invisibilità"??
C'è ancora molta "strada" da fare su questi aspetti e forse i "partner" motociclistici che molti si sono scelti non sono quelli giusti ed appartengono ad un "passato" che andrebbe superato e che è la causa di una Nazione che è ferma e non vuole "nessuna" riforma, anche nel mondo delle due ruote ed un motore.
I motociclisti saranno pure "cambiati", le istituzioni no….
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