Non è vero che "non serve a niente" !
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28 Gen 2014
La definizione scientifica di "apatìa" potrebbe adattarsi perfettamente ad una discreta fetta di motociclisti italiani: "condizione caratterizzata da una diminuzione o dall'assenza di qualsiasi reazione emotiva di fronte a situazioni, eventi della vita di tutti i giorni. Si esprime sotto forma di indifferenza, di inerzia fisica oppure di mancanza di reazione di fronte a situazioni che normalmente dovrebbero suscitare interesse o emozione, di una riduzione dei comportamenti finalizzati, di una assenza di spirito di iniziativa, di una sottomissione nelle scelte quotidiane."
DOMANDA : Sei un "motociclista"? Ritieni che i pedaggi autostradali siano ingiusti? Dai, allora, firma qua la nostra cartolina al Presidente della Repubblica o la nostra petizione on line!
E qui scatta in molti una sorta di negazione dell'evidenza e si va a risposte del tipo "…tanto io non vado in autostrada"… "…e poi se mi arriva a casa qualcosa?" (COSA???) al classico…(non manca mai..) "…tanto non serve a niente!"
Se "non serve a niente", non alzarti nemmeno dal letto….va...rimani lì nel tuo calduccio, nella tua tana o grotta da uomo delle caverne e vai avanti così… ma non pretendere poi di GODERE dei vantaggi che avrai se INVECE le cose cambieranno, perché altri ci avranno creduto!
Non serve a niente? Secondo voi il quadro assicurativo con proposte come quelle che via si sono succedute nel 2013, da parte di chi gestisce numeri importanti che hanno visto i premi ribassare, ci sarebbero state se noi NON avessimo proposto una "autonomia" assicurativa come quella francese?
Anche ANIA, l'associazione che raccoglie le differenti compagnie il costo delle polizze sarebbe calato del 6% negli ultimi due anni.
I dati dicono che "Il premio medio, incluse le tasse, è calato dai 560 ai 525 euro” secondo Aldo Minucci, presidente Ania.
Minucci difende anche le varie compagnie assicurative, sostenendo che il caro-assicurazioni tutto italiano è dovuto sostanzialmente all’elevata tassazione (l’aliquota complessiva applicata sull’Rca si attesta mediamente 25,5%).
Il fenomeno delle truffe assicurative poi – ricorda il numero uno di Ania – è in costante crescita e riguarda “3,1 milioni, il 7% del totale” con picchi al Sud e, in particolare, a Napoli dove la percentuale sale al 30%."
Le conseguenze di questa pratica impattano, del tutto ingiustamente, sugli utenti onesti e, in seconda battuta, sulle compagnie assicurative che, secondo Minucci, stanno contribuendo attivamente a ridare “stabilità al Paese” investendo sui titoli di stato italiani.
“Gli investimenti delle compagnie coprono l’11% del debito pubblico, uno stock imponente che sfiora i 220 miliardi” – conclude il presidente Ania.
Minucci tralascia però il fatto che i controlli che le compagnie svolgono sulle richieste di risarcimento (per accertarne la legittimità o meno) sono sempre più scarsi.
In questo modo, lavandosene le mani, riversano i costi sempre maggiori sull’utente virtuoso, costretto a sobbarcarsi premi sempre maggiori, con l’alibi delle “truffe”.
Per cambiare questo stato di cose serve alzare ANCORA di più il tiro e solo la COMPATTEZZA della categoria, come è successo in Francia, ovvero numeri rilevanti di utenti delle due ruote che praticano una vera contestazione di "mercato" cambia le cose, ed i premi delle polizze debbono CALARE, e decisamente!
Quindi non molliamo e SCACCIAMO ogni forma di APATIA!!!
Coordinamento Italiano Motociclisti
Uffico Comunicazione
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