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Aggiornamento:Mar, 23 Nov 2021 4pm

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Vai a vedere che, alla fine, la colpa è nostra?!

Ania

Il problema del costo folle delle assicurazioni lo abbiamo posto da un bel po' di tempo e certamente ci avevamo visto giusto nel sollevare un polverone nel merito: ANCMA ha sottolineato la nostra posizione attribuendo la crisi di vendita di scooter e motoveicoli al costo delle assicurazioni, ma ANIA ha rispedito al mittente la responsabilità.

L'ANIA per chi non lo sapesse è l'associazione che raccoglie le imprese di assicurazioni che operano nel nostro mercato e con un comunicato stampa del 1° di ottobre ha replicato ad ANCMA segnalando che "la crisi del mercato motociclistico va cercata altrove".

Nello stesso documento si ribalta il problema segnalando la superficialità della dirigenza di ANCMA nella denuncia fatta : "sarebbe come se gli assicuratori attribuissero la responsabilità del mancato incremento del numero delle polizze ai prezzi eccessivi di acquisto dei motoveicoli”, è la frase utilizzata.

"L’ANIA sottolinea ancora una volta che i prezzi del servizio assicurativo dipendono esclusivamente dall’andamento dei costi dei risarcimenti e anche un’eventuale compagnia promossa dai costruttori e dai motociclisti, come ipotizzato dall’Ancma, sarebbe obbligata a seguire la medesima metodologia nel determinare i suoi prezzi."

Al termine del comunicato ANIA ribadisce che i costi sono relativi agli incidenti che coinvolgono i motociclisti che, risultando i più gravi pesano maggiormente sul costo delle coperture assicurative.

Insomma, è chiaro: la colpa è di noi motociclisti che abbiamo la tendenza ad ammazzarci per gusto e per passione?!

Guard rail assassini, infrastrutture fatiscenti, trappole urbane di ogni genere, totale assenza di formazione degli utenti delle quattroruote su quanto andrebbe fatto nei confronti degli utenti deboli su due ruote, etc… tutto questo nella statistica degli incidenti ai motociclisti non conta?

E' fuor di dubbio che vi sono problemi per ogni categoria e le colpe vanno condivise: le tante truffe alle compagnie assicurative sono un dato di fatto, i furti quasi organizzati in serie pesano e non poco sui bilanci delle stesse.

Ma i dati diffusi indicano in realtà il minor numero di incidenti a carico delle due ruote, anche per minore utilizzo del mezzo, o per stagionalità che ne riducono le ore sulla strada, e allora?

Quello che noi, come utenti lamentiamo, anche alla luce di esperienze di altre nazioni Europee, è che il mondo delle due ruote ed un motore viene trattato in generale con superficialità e proprio nella specificità del settore non si sia mai fatto "sistema" tra i vari attori in gioco.

Lo dimostra una legislazione che nega i fatti (blocchi del traffico ad esempio, ma anche le valutazioni di potenze del motore e tassazione), ancor di più sotto il profilo assicurativo dove è talmente variegata la categoria dei motociclisti e dell'uso che fanno del mezzo, inoltre sono talmente CAMBIATI i motociclisti, che forse andrebbero fatte delle più corrette valutazioni dei rischi e dei premi.

Il problema esiste ed è a 360°: per i produttori è un problema di calo di vendita, per gli assicuratori costi di indennizzo e truffe che ledono i loro bilanci (magari già peggiorati dopo operazioni finanziarie discutibili?), per noi utenti costi folli che pesano in modo insostenibile al punto di doverci rinunciare (Sud Italia).

E allora? Non sarebbe il caso di aprire un tavolo ad hoc presso il Ministero competente con le reciproche rappresentanze per trovare una soluzione spendibile? Magari non sarà quello che ciascuno di noi vorrebbe, ma un buon compromesso che potrebbe farci uscire da questa situazione, quello, magari sì.

Vogliamo provarci?

Coordinamento Italiano Motociclisti
Ufficio Comunicazione

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