Il motociclismo: una società civile trasversale.
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12 Giu 2013
Quando si sale sulla sella nel fine settimana si abbandonano quei ruoli che ci incarcerano dal lunedì al venerdì, una sorta di cambio di personalità che ci rende tutti uguali, trasversalmente bikers, si potrebbe dire! Operatore ecologico, avvocato, medico, analista finanziario, infermiere, carrozziere, artigiano, pensionato, casalinga, etc… dal lunedì ciascuno di noi assumerà un suo ruolo specifico legato a quanto o si è scelto o è stato destinato a svolgere nel contesto di quella che viene definita universalmente come "società civile".
Queste "divise" ci identificano, ci classificano inevitabilmente magari anche in un rigido "darsi del lei" in un rapporto di lavoro dove essere classe dirigente non è come essere in ruoli subalterni.
Ma quando si sale sulla sella con un casco sulla testa, passiamo tutti a darci del tu, siamo TUTTI, egualmente motociclisti, condividiamo insieme QUELLA passione che ci rende simili proprio per questa visione fatta di rumori di motori, di cuoio dei guanti e abbigliamento, di plastiche di carene, etc…
Se la meta è un luogo di ritrovo è quello che ci unirà, oltre al fatto di andarci a bordo della propria amata due ruote ed un motore, magari la meta sarà una grigliata tra motociclisti, dove il tratto di strada in comune sarà limitato, ma già il fatto di farlo in moto ci renderà lieta la giornata.
Dimenticheremo gli stress settimanali, quel dolorino di testa o di schiena che ci avrà angustiato fino al momento di indossare la giacca da moto, magicamente sparirà all'accensione del motore!
Queste sensazioni le abbiamo provate tutti e sappiamo che sono vere, ma le nostre peculiarità professionali possono dare molto di più di quello che pensiamo proprio per difendere e tutelare la nostra passione, la nostra "isola che non c'è" dove diventiamo tutti Peter Pan indipendentemente da quello che dice la carta d'identità.
Il nostro "giardino dei sogni" dove tutto è possibile, è costantemente minacciato da mille orchi e mostri che si chiamano pedaggi autostradali assurdi, caro-assicurazioni, burocrazia, revisioni annuali, etc…. insomma per difenderci da tutto ciò oltre al casco ci vuole l'armatura dei cavalieri medievali!
Il Coordinamento Italiano Motociclisti è associazione che nasce per difendere e tutelare i diritti dei motociclisti, cavalieri in moto che hanno un etica ed un "ordine" di regole da seguire, come nel passato glorioso di chi con scudo e lancia difendeva il proprio territorio.
Per farlo abbiamo bisogno di competenze specifiche nel mondo della comunicazione, come in quello della legge, o comunque in quei settori dove la specifica professionalità fa la differenza: se nel nostro sito l'immagine dello zio Sam che si rivolge a chi legge con l'imperiosa richiesta del "vogliamo TE", non è casuale!
Abbiamo bisogno di tutti, a volte solo per volantinare in un gazebo, altre per contattare le istituzioni, oppure per diffondere ai media i nostri punti di vista, oppure per fare un video che illustri il nostro operare, insomma, quei tanti "motociclisti" tutti uguali potrebbero fare la differenza in quest'azione comune per le loro capacità intrinseche!
Riceviamo sempre più richieste da parte dei motociclisti italiani del genere "si dovrebbe fare", "si dovrebbe segnalare", "dovreste scrivere"….ecc. : ragazzi, siamo pochi volontari, decisi quello sì, ma se non ci date una mano, se non vi svegliate e non vi rimboccate le maniche VOI, non saranno GLI ALTRI a togliere per VOI le "castagne dal fuoco"!!!
Abbiamo bisogno di avvocati, commercialisti, informatici, video-maker, etc.. ovviamente MOTOCICLISTI in primis, ma che comprendano che un piccolo sacrificio nel proprio tempo libero, per mettere a disposizione le proprie competenze per il BENE del motociclismo ne vale la pena, è una sfida cogliere!
Abbiamo obiettivi ambiziosi, lo ammettiamo, e siamo certi che se compresi, il cambiamento nel mondo del motociclismo ci sarà: volete cogliere questa sfida? Come direbbe il buon Totò, "siete UOMINI o caporali??"
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