Le due ruote ed un motore non sono un problema, ma la soluzione!
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07 Giu 2013
Esaminando i siti delle associazioni europee dei motociclisti un argomento comune che si può trovare in ogni nazione è il divieto di alcune strade alla percorrenza delle due ruote ed un motore. Succede in Francia nei Vosgi, in Germania in alcuni land (strada K19), in Spagna, etc… le autorità di fronte ad un abuso da parte di molti piloti delle due ruote sia nei limiti di velocità che nella mancanza di rispetto nel percorrere i centri abitati, cogliendo l'occasione di statistiche di incidenti sulla strada a volte discutibili come interpretazione, decidono di "bloccare" ai motociclisti determinate strade.
La reazione è inevitabile: di norma si inizia con una petizione (il web aiuta a creare contatti), ma poi la protesta passa alla strada con manifestazioni numerose dove non è solo il rombo dei motori che si fa sentire, ma le tante voci dei motociclisti corretti che non ci stanno a dover subire una censura per colpa di pochi.
Se le istituzioni di fronte a numeri importanti sovente tornano sui loro passi come in Francia, a volte l'azione passa dalla strada ai Tribunali come è successo in Germania dove la BVDM (Bundesverband der Motorradfahrer) ha agito in giudizio presso il Tribunale Amministrativo di Colonia per difendere i 20.000 motociclisti associati.
In buona sostanza ogni qual volta i diritti dei tanti (la maggioranza) motociclisti è minacciata da azioni superficiali sovente per motivi di elettorati da tutelare per difendere la poltrona di qualche politico in carriera, vi è una forte presa di posizione delle associazioni dei motociclisti.
E da noi? Beh…da noi non è così… da noi la più numerosa associazione di motociclisti forse è troppo impegnata a seguire iniziative sportive, a gestire motoraduni dove non sempre si comprende se l'obiettivo è il motociclismo o la tutela delle calorie, insomma il rapporto tra istituzioni e categoria è forse del genere "tarallucci & vino"?
"Cosa possiamo fare noi con *solo* 200.000 associati??" E' la risposta che forse si potrebbe ricevere se si sollecita quella che dovrebbe essere la "corrispondente" associazione di categoria nazionale ad agire contro pedaggi autostradali ingiusti, strade con pedaggi sui passi alpini, guard rail assassini, mancanza di parcheggi per moto in città, etc….
In effetti, cosa volete che siano "solo" 200.000 iscritti? Certo i francesi con 40.000 ed i tedeschi con 20.000 sono più bravi perché sapete…..eh, beh…. sì, sono per l'appunto francesi e tedeschi, mica dei quaqquaraquà come noi italiani!
In Francia se si fa una manifestazione per protestare dal Prefetto che ha bloccato una strada alle motociclette, è certamente possibile che almeno 5.000 motociclisti si presentino sulla strada, e in Italia?
E allora? Beh.. o continuiamo a chinare la testa e subire ogni sopruso nei nostri confronti o possiamo dare voce e forza ad un'associazione che ha più tempo per seguire questi obiettivi perché ha meno "distrazioni", ma che ha comunque bisogno di almeno 10-20.000 motociclisti che vogliano essere al pari di popolazioni con coscienza civile.
Il Coordinamento Italiano Motociclisti è un'opportunità, una scelta che esiste, ma è formato da "volontari": per raggiungere degli obiettivi ha bisogno di iscritti, di "sostenitori" per l'appunto, e quindi la palla passa ai motociclisti italiani che siano degni di tale definizione, sempre che esistano!
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