Tecnologie esagerate?!
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17 Mar 2013
Se il mai troppo poco citato Prof.Robert Pirsig, oggi, dovesse riscrivere il suo "Lo zen e l'arte della manutenzione della motocicletta", forse dovrebbe pensare ad un capitolo specifico sul rapporto tra il motociclista d'oggi e l'invadente tecnologia che ne sta alterando la figura.
Oltre a tutto quanto ormai sta sotto alla nostra sella e che ha reso facile a chiunque, ciò che, invece richiedeva in passato sforzo fisico, massima attenzione, massima prudenza e comunque sia una dose elevata di rischio (si pensi solo al freno per capire di cosa stiamo parlando), esiste anche una tecnologia non prettamente legata al mezzo, che sta cambiando il nostro modo di essere motociclisti.
Esiste ormai una categoria degli stessi che non uscirebbe senza un buon navigatore o comunque un sistema GPS per avere le coordinate corrette per il punto d'incontro o per la meta ambita, ma anche il telefono cellulare non può essere estraneo alla guida e quindi lo stesso viene "connesso" al casco per consentire una conversazione "on the road".
Ovviamente poi la comunicazione non si ferma qui, ed il passeggero potrà interferire (interfono..per l'appunto..) con i nostri pensieri avanzando richieste di vario genere, ma non solo, magari avremo un sistema di comunicazione con i conducenti di altre moto…
E poi, perché non attivare nel nostro sistema di comunicazione nel casco, la sintonia di una radio FM, oppure collegare lo stesso ad un lettore mp3 (od il cellulare stesso) per avere un sottofondo musicale che ci dia il "ritmo" per la sequenza delle curve?
A volte assistere alla partenza di un moderno cibermotociclista fa un po' sorridere: è un continuo accendere aggeggi di vario tipo, con i settaggi del caso, a volte il tutto condito con qualche imprecazione del tipo "perché caspita non mi funziona il bluetooth….", con passeggeri scalpitanti che non comprendono il perché di quest'attesa.
Per non parlare poi del caos in testa, una volta partiti: "al prossimo incrocio girare a destra", ci informa il navigatore, ovviamente interrompendo il brano che stavamo ascoltando, che riprenderà tra una informazione e l'altra, come se un disc-jockey folle volesse fare impazzire anche noi.
Magari poi arriverà una telefonata e saremo "connessi" con chi ti griderà nel casco: "…ma dove siete finiti, è un'ora che vi stiamo aspettando!", eh….già vagli a spiegare che il ritardo è dovuto proprio alle tante manovre per poter consentire la riposta a quella telefonata!
Il passeggero a quel punto vi tempesterà di improperi nel casco per la (secondo voi) necessaria sospensione della "pausa-pipì" per poter arrivare, in ritardo comunque, all'appuntamento con il resto del gruppo!
Ci si augura poi che la "tecnologia" meno evidente, cioè quella sotto la sella, funzioni sempre, altrimenti siete ben consci che metterci le mani sopra è praticamente impossibile, ed allora sì, che la "tecnologia" da casco si rivelerà utile, consentendovi una chiamata telefonica al servizio di recupero del mezzo!
Peccato che il vostro fantascientifico motoveicolo, ovviamente, si sarà fermato in una zona totalmente priva di campo per il vostro cellulare, al che saranno le vostre "vetuste" gambe a portarvi al primo posto utile, insomma una vera e propria prova di "zen", senza, a volte, ingombranti e debordanti giocattoli tecnologici!
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