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Aggiornamento:Mar, 23 Nov 2021 4pm

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La tutela dei diritti nel 2015

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E' da qualche mese che nel CIM se ne parlava, e abbiamo voluto approfittare di EICMA 2014 per lanciare un nostro progetto. Un progetto rivoluzionario, potrebbe essere una nuova strada, ma potrebbe essere l'ultimo che facciamo.

Sarete voi a decidere il risultato.

Una doverosa premessa.

Nel momento in cui si crea una associazione si deve definire come strutturarla, e per farlo si devono tenere in considerazione due cose: gli obiettivi che l'associazione si prefigge e la legge vigente.

Gli obiettivi del Coordinamento Italiano Motociclisti

Il CIM ha come obiettivo la tutela dei diritti degli utenti di motoveicoli, quindi la forma che meglio si adatta è l'associazione di promozione sociale (APS).

Per perseguire il proprio obiettivo, è necessario seguire le azioni svolte dalle istituzioni nell'ambito delle situazioni che coinvolgono gli utenti di motoveicoli e di intervenire in modo critico e propositivo ogni volta che si rileva una mancanza della considerazione delle peculiarità specifiche dei motoveicoli. Si interviene anche per monitorare la situazione delle infrastrutture esistenti, per valutarne la rispondenza alle esigenze dei motoveicoli, con particolare attenzione alla sicurezza di circolazione, proponendo poi eventuali adeguamenti agli enti competenti per la loro gestione.

Questi obiettivi prevedono una operatività elevata, con continui contatti con le istituzioni, con azioni che devono essere seguite con costanza una volta che sono state avviate, per evitare che si fermino al primo intoppo causato dalla burocrazia.

La legge sulle associazioni

Considerando il tipo di obiettivi che il CIM si propone (la tutela dei diritti degli utenti di motoveicoli) la forma associativa che meglio si adatta è l'associazione di promozione sociale (APS), che viene definita nella legge 383 del 2000. Questa legge prevede che le APS, per il perseguimento dei fini istituzionali, si avvalgano prevalentemente delle attività prestate dai propri associati, in forma volontaria, libera e gratuita. (art. 18)

Questa legge definisce poi altre caratteristiche di una APS:

  1. Deve essere senza fine di lucro
  2. I soci hanno tutti i medesimi diritti
  3. I soci hanno tutti i medesimi doveri
  4. Come conseguenza, la quota associativa è uguale per tutti i soci.
  5. I soci decidono come agisce l'associazione, tramite l'assemblea

Struttura del CIM

Valutando questi due punti, si è convenuto che il CIM poteva essere strutturato in due diversi modi.

  • Una struttura composta da qualche decina di soci, in cui tutti si dovevano impegnare a collaborare in modo attivo all'interno della associazione, svolgendo una parte delle attività necessarie alla gestione e alla operatività della associazione stessa. Importante e irrinunciabile la partecipazione alla assemblea, dove si decidono le priorità delle attività da svolgere e si collabora in modo critico e propositivo. Le risorse economiche sarebbero state fornite dai soci e dai sostenitori, che avrebbero avuto una quota di iscrizione diversa e non avevano diritto di voto in assemblea (pubblica ma con il voto riservato ai soci).
  • Una struttura composta da almeno un migliaio di soci, dove le attività sarebbero state svolte da personale retribuito con le risorse ottenute dalla iscrizione dei soci. Sarebbe rimasta la possibilità per i soci di collaborare direttamente, senza che questo fosse più un impegno specifico per tutti gli associati. La partecipazione alla assemblea era importante, ma non irrinunciabile come prima descritto. Rimaneva la possibilità di iscriversi come sostenitori, contribuendo al finanziamento della associazione ma senza diritto di voto in assemblea.

Queste due possibili strutture erano state valutate anche per evitare il verificarsi di situazioni (che pare avvengano frequentemente) dove malgrado la presenza di numerosi associati (qualche decina) tutto il lavoro veniva svolto solo da pochi soci che avrebbero dedicato il loro tempo libero in modo volontario, per essere "diretti" da altri soci che però stavano solo a guardare, dicendo che non avevano tempo da dedicare durante l'anno, per intervenire solo in assemblea per dire agli altri cosa fare e non fare.

Venne scelta il primo tipo di struttura, e lo stato venne realizzato coerentemente con quella decisione.

I volontari del CIM

A volte ci dicono "ma cosa vi costa fare questa cosa?". Sembra che del CIM ci sia una immagine distorta, falsata. Come se avessimo tantissime risorse, e poche cose da fare.

Gstire una associazione necessita di una notevole serie di attività, che oggi sono svolte dai soci, che hanno dedicato il loro tempo al CIM come volontari. Chi non partecipa alla vita del CIM può non immaginare quante attività debbano essere svolte, e quante ore/uomo vengono spese ogni settimana per gestire l'associazione.

Per ottenere dei risultati si deve lavorare con costanza, sul fronte della comunicazione, nella ricerca di informazioni specifiche, nei contatti con i motociclisti, le istituzioni e le aziende del settore. Un grosso impegno è la gestione quotidiana, la parte amministrativa e di gestione soci. Sono tutte attività definibili di segreteria, ma che devono essere svolte, che in una settimana richiedono anche 35/40 ore di tempo. A queste attività si affiancano delle attività specifiche svolte da alcuni soci, che richiedono una maggiore competenza per essere eseguite.

Tra lavoro di segreteria e attività specifiche sono necessarie più di 60 ore settimanali, che nei periodi più intensi possono arrivare anche a 80/100. Sono ore svolte da alcuni soci che si sono resi disponibili ad assumere incarichi specifici come volontari, utilizzando il loro tempo libero. Il dettaglio delle ore lo vedete nella immagine di questa foto.

Ogni volta che abbiamo potuto dedicare tempo con costanza alla associazione, abbiamo riscontrato dei risultati poiché è noto che per ottenere dei risultati le varie attività devono essere svolte con continuità.Purtroppo in questi ultimi anni i problemi per i motociclisti sono continuamente aumentati e l'impiego di volontari ha dei limiti. Risente infatti della variabilità della disponibilità di tempo, dato che ci sono priorità che non possono essere ignorate, come lavoro e famiglia.

Abbiamo sempre detto che volevamo soci attivi, ma abbiamo dovuto constatare che non ha portato i risultati sperati. Per affrontare queste situazioni servono delle risorse che i volontari non possono garantire, ed è indispensabile una evoluzione.

La risposta è quindi cambiare. 

Per affrontare il 2015 in modo costruttivo, per potere raggiungere dei risultati concreti, dobbiamo uscire dal "volontariato puro", e avere le risorse per creare una struttura fatta da almeno una persona dedicata a tempo pieno (quindi retribuita) che svolga quelle attività che i volontari non possono garantire, per rendere così il CIM simile alle altre associazioni europee (un esempio la francese FFMC, con 45.000 iscritti).

In altre parole, dobbiamo cambiare la struttura del CIM, e passare alla seconda possibilità tra quelle prima descritte. Ci siamo quindi dati l'obiettivo di raggiungere la quota di almeno 1.000 soci, che grazie alle loro iscrizioni creeranno le risorse richieste. Una rivoluzione vera e propria, ed è per questo che ci siamo rivolti a DeRev, un sito che organizza campagne di crowdfunding che ha come obiettivo quello di creare le rivoluzioni.

Seguendo il link troverete informazioni sul crowdfunding. Nel nostro caso le iscrizioni saranno raccolte con una campagna del tipo "tutto o niente". Quindi al momento della iscrizione verrà richiesto un impegno a corrispondere la quota di associazione che verrà poi pagata solo se si raggiungerà il numero minimo di iscrizioni richieste.

La campagna è attiva, la trovate su questo link : http://www.derev.com/supportacim.

L'obiettivo è raggiungere 1.000 soci o, in altre parole, 50.000 €. Abbiamo già definito come impiegare le risorse economiche provenienti dalle iscrizioni, lo troverete descritto nel progetto. Se non riusciamo a raggiungere la cifra minima di partenza, non è possibile nemmeno partire.

Questo anche per tutelare chi partecipa, perché siamo consapevoli che la prima domanda che potremmo ricevere è "ma se mi iscrivo e non siamo in mille, poi che ci fate con la mia sottoscrizione?"

Riteniamo che la risposta "se non raggiungiamo il numero minimo richiesto, non vi verrà chiesto un solo Euro" possa darvi una buona garanzia.

L'iscrizione avviene con un impegno di pagamento, effettuato tramite pagamento elettronico. Se alla fine della campagna (90 giorni) si riesce a superare la soglia minima, si concluderà il pagamento e si prosegue con una assemblea dei soci. Se non si riesce a superare la soglia, la campagna viene annullata, e non si spende nulla.

Mille iscritti possono sembrare tanti, se consideriamo il numero di iscritti che abbiamo avuto fino ad oggi. Oppure possono sembrare pochi, se consideriamo il seguito che hanno altre associazioni europee e se consideriamo che con quasi 8 milioni di motoveicoli immatricolati l'Italia ha il parco più vasto d'Europa.

Non riuscire a trovare 1.000 iscritti è al limite dell'incredibile. (in Islanda, terra poco amichevole con i motociclisti, sono in 500)

Cosa dovranno fare i soci?

I soci potranno proporre le attività a cui dare precedenza, hanno diritto di voto in assemblea e indirizzeranno le iniziative della associazione. La prossima assemblea si svolgerà verso Febbraio 2015, per permettere al maggior numero di soci di partecipare sarà possibile anche partecipare tramite un sistema di videoconferenza online.

Ci saranno poi degli incarichi da svolgere, che saranno attribuiti tra coloro che si renderanno disponibili a collaborare attivamente, ma la partecipazione attiva non viene più richiesta come indispensabile.

Abbiamo già sentito persone che ci dicono che siccome non hanno tempo da dedicare attivamente non sono interessate a partecipare solo per dare un supporto economico, ma in questo caso vorrei ricordare loro che se nelle altre associazioni sono qualche decina di migliaio di iscritti, solo poche centinaia sono quelli attivi.

Quando si fanno delle scelte su come comportarsi nei confronti degli altri, riteniamo che ci si debba sempre chiedere "ma se tutti gli altri si comportassero come me, sarebbe una cosa positiva o negativa?"

Se i Francesi (che spesso vengono presi ad esempio) avessero ragionato in questo modo, oggi sarebbero forse in 2-300 (e non 45.000) e non avrebbero mai raggiunto gli obiettivi che hanno saputo conseguire in questi anni.

Se non si raggiunge il minimo, quale alternativa c'è?

Una associazione come il CIM ha senso di esistere solo se ci sono dei ragionevoli presupposti per riuscire ad ottenere dei risultati, quindi l'alternativa al crescere non è proseguire come siamo adesso, ma cessare le nostre attività.

In questi anni di attività sono stati tanti a congratularsi con noi per le nostre iniziative, per le nostre attività. Le pacche sulle spalle possono fare piacere, ma non servono a nulla quando si tratta di riuscire a raggiungere i nostri obiettivi.

Abbiamo quindi convenuto che andare avanti senza avere delle concrete possibilità di raggiungere dei risultati, sarebbe tempo perso, con l'aggravante che avremmo la certezza che la categoria che vorremmo rappresentare non ha interesse nell'essere rappresentata da noi. A questo punto facciamo volentieri a meno delle congratulazioni e dei complimenti: sarà molto più appagante ritornare ad usare per altre cose il nostro tempo libero, e lasciare alla loro sorte tutti quei motociclisti che non hanno avuto la voglia di provare a fare qualcosa.

Si, si tratta solo di averne la voglia. Dire che non si può affrontare il costo della iscrizione, è una scusa. Si spendono soldi per benzina, gomme, tagliandi, elaborazioni, senza problemi. Non parliamo poi di chi si tessera ad un motoclub solo perché "siamo un gruppo di amici", ma poi una buona parte della quota di iscrizione va alla Federazione che cose ben diverse a cui pensare, invece della tutela dei motociclisti.

Se poi aggiungiamo il costo delle eventuali contravvenzioni (una delle nostre campagne è quella di opporci a quelle situazioni dove si creano limiti solo per fare contravvenzioni) si arriva all'assurdo: invece di pagare una tessera per una associazione che cerca di evitarvi le multe e che vi può fornire un supporto legale, preferite il rischio di contravvenzioni molto più salate e poi magari cercarvi un avvocato che vi costerà quanto la multa.

Dovete quindi decidere se volete essere rappresentati da una associazione forte, creata da voi, indipendente dai centri del potere, sempre al vostro fianco per portare alle istituzioni la voce e le richieste dei motociclisti, oppure restare soli, pensando "tanto io so come cavarmela" per poi lamentarsi quando un amico finisce dilaniato da un guardrail, magari protestando per il fatto che nessuno non sta facendo nulla per i guardrail.

Magari con la speranza che qualcun altro vi venga in aiuto, anche se fino ad ora non ha mai mostrato interesse ai problemi quotidiani dei motociclisti, per poi dire "ma perché non fanno niente per noi?"

Dovete scegliere se essere orgogliosamente Motociclisti, mostrandovi parte di una categoria che fa della solidarietà la propria bandiera, o se preferite fare come gli struzzi, che nascondono la testa sotto la sabbia aspettando che i problemi passino, lasciando però il sedere esposto.

Non ci sono più vie di mezzo: Motociclisti o motostruzzi?

A voi la scelta.

Coordinamento Italiano Motociclisti
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© Riproduzione concessa citando la fonte e il link all'articolo.

 

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