La strada è mia e la gestisco io!
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03 Ago 2014
In realtà con questo slogan ci riferiamo alle battaglie femministe degli anni ’80 dove il volersi riappropriare di una ben precisa identità è stato un leit motiv che ha certamente cambiato i rapporti di genere.
Nello specifico argomento che ci riguarda invece, vogliamo dare notizia di come si moltiplichino le iniziative di semplici cittadini che vogliono riappropriarsi del diritto a vivere strade e trasporti civili, ovverosia degni di un Paese che tale dovrebbe essere.
Già prima dell’appuntamento elettorale sono nati comitati con lo scopo di appoggiare quei candidati che si fossero impegnati per risolvere il problema delle “buche” stradali, ma è facile trovare in rete spazi dedicati a fare “sistema” sul monitoraggio delle nostre strade.
Nello specifico ci riferiamo al sito <http://www.strademulte.it/forum/> dove l’obiettivo è ampio, sicuramente ambizioso, ma fondamentalmente corretto nei suoi ideali.
Sicuramente il forum offre uno spazio legato al monitoraggio delle strade ovvero ad identificare quell’insieme di situazioni che definire “insicurezza stradale” è molto giusto.
Poi vi è uno spazio denominato come “Kacciavelox & Civette” ovvero volto ad identificare situazioni di posizionamento dei Velox o di altri metodi di rilevamento non sempre nati per prevenzione ma esclusivamente per fare “cassa”.
Esiste quindi un’area che identifica nelle associazioni dei consumatori una specifica collaborazione da Legambiente ad Altroconsumo, Movimento Difesa del Cittadino, etc… così come una specifica per i ricorsi nei confronti delle multe, ma descrivere il forum è difficile data la vastità degli argomenti trattati.
Il massiccio utilizzo dei T-Red applicati ai semafori negli anni scorsi ha fatto sorgere in tutta Italia un discreto numero di Comitati dei Multati e tutto quello che ne è derivato sotto il profilo legale e del contenzioso.
Da questa iniziativa come altre che prolificano su social network ed altri strumenti “moderni”, ciò che emerge è indubbiamente la volontà di cambiare uno stato di cose sovente negativo dove il “cittadino” è “suddito” nelle mani di burocrazie o peggio una volontà di “fare cassa” senza dare nulla in cambio sotto il profilo “servizi”, ma anche di come l’estremo frazionamento delle iniziative stesse rischi di comprometterne l’efficacia.
Da una parte un insieme di leggi e cavilli nati sovente solo per “intrappolare” i malcapitati (si pensi ai limiti dei 30 all’ora su rettilinei con linea continua), e dall’altra cittadini che litigano tra di loro perché divisi in categorie (ciclisti contro motociclisti, questi contro automobilisti, camionisti contro tutti….pedoni “abbattuti” sulle strisce, etc…).
Una vera rivoluzione sarebbe che TUTTI gli utenti della strada, magari con un serio confronto con le Forze dell’Ordine che devono (per missione naturale) far rispettare norme sovente inapplicabili proprio dai tutori della legge, trovassero punti o precisi su cui FARE FRONTE comune ed agire INSIEME per far cambiare questo stato di cose dove siamo TUTTI vittime.
Si pensi cosa succederebbe se si organizzassero manifestazioni in cui camion, moto, auto, camper, scooter, etc.. in colonna percorressero tratti di strada con limiti assurdi, rispettandoli ALLA LETTERA (rampe di accesso a superstrade e ai 40 km/h, rettilinei ai 30 Km/h, etc…) andando così ad intasare, bloccare congestionare strade, città, incroci, etc…
Sarebbe chiaro anche ai paracarri posizionati sulla strada che le REGOLE, i LIMITI, stabiliti senza alcun criterio REALE, senza logica , SONO IMPOSSIBILI da seguire, pena la CONGESTIONE del Paese: se questa iniziativa venisse RIPETUTA a macchia di leopardo sul territorio nazionale, siamo certi che qualcosa si muoverebbe, ma per farlo bisogna USCIRE dalla logica che viene a contrapporre categorie contro categorie.
Quando, in moto, imprechiamo contro lo sgarro di un automobilista, sovente dimentichiamo che forse su quell’auto c’è un motociclista, che NON ha potuto evitare quella manovra per noi pericolosa, magari per scartare un pedone od un ciclista…
La strada è di TUTTI e TUTTI dovremmo capire che la SOPRAVVIVENZA sulla stessa può avvenire SOLAMENTE se capiamo principi come RISPETTO e SICUREZZA.
In caso contrario le “vittime” potranno avere caschi in testa o meno, ma non se ne uscirà mai!
Coordinamento Italiano Motociclisti
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