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Aggiornamento:Mar, 23 Nov 2021 4pm

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Se solo ognuno facesse la sua parte…

FormicheCicale

Se si va a vedere un bel film il risultato sarà appagante se ci sarà stato un buon regista che avrà ben diretto la sua troupe nonché buoni attori, costumisti validi, un ottimo sceneggiatore, etc….

Insomma è il "gioco di squadra" che fa raggiungere traguardi importanti ed è basilare che ciascuno faccia la sua parte per il ruolo che gli compete.

I problemi del motociclismo italiano sono sempre quelli e sono irrisolti da tempo immemore: ora poi abbiamo vissuto una forte crisi economica che ne ha ingigantito gli effetti negativi.

I motociclisti italiani sono gli utenti finali di una filiera che è molto lunga dove ciascuno ha un suo specifico ruolo: vista una certa "assenza" da parte di chi dovrebbe rappresentare i motociclisti stessi, ora c'è chi da "produttore cinematografico", si è improvvisato "attore principale"!

Bene, bravo, bis….."faremo Roma più bella e più superba che pria…" recitava il buon Petrolini…. e quindi aspettiamoci risultati eclatanti.. visto che noi motociclisti non riusciamo a coinvolgere noi stessi nelle battaglie che ci toccano, magari, chissà…

Nel frattempo negli altri Paesi a noi confinanti, chi fa la sua parte la fa per ciò che gli compete e cerca di aiutare il settore chiedendo ai rispettivi governi incentivi per gli acquisti di motoveicoli, chiede di aumentare i parcheggi per le moto e gli scooter, o punta a "sconti ed incentivi" per accessori ed abbigliamento dedicato.

Ovviamente i motociclisti appoggiano queste iniziative in modo attivo, così come in ambito europeo lottano contro una assurda richiesta di revisione annuale.

Ma è anche vero che in Nazioni come la Spagna, ad esempio, la moto è diventata con la crisi un fatto di mobilità, non più di puro svago: è cambiato il profilo del "biker" che si è dotato di moto proprio perché non può permettersi i costi di un'autovettura.

L'Italia della "mancanza del buon senso", (quella delle cicale) invece ha visto una numerosa utenza di chi, con buste paga esigue, si è indebitato per moto da 20/25.000 euri con finanziamenti un po' "drogati" e quando la "bolla" si è sgonfiata, è caduto per terra ed il mercato si è, logicamente, ridimensionato.

E' proprio questo il periodo giusto per correggere errori del passato ed approfittare di "fare la propria parte" con le reciproche competenze e non voler "supplire" un ruolo non proprio, pena errori marchiani per mancata conoscenza dell'utente finale della filiera.

Anche in Italia "i motociclisti sono cambiati", è vero, ma noi ci domandiamo: sono cambiati in MEGLIO?

Se chi va all'estero in moto la prima cosa che nota è che il "saluto tra motociclisti" ancora esiste mentre da noi si è estinto, cosa significherà questo?

Siamo sicuri che se, passata la crisi, i numeri di vendite diventeranno tutti con un bel segno positivo, avremo motociclisti "in linea" con quelli d'oltralpe che salutano ancora gli ALTRI motociclisti?

Si è investito in formazione, coscienza dell'utenza, sicurezza, rispetto degli utenti della strada, ovvero abbiamo fatto qualcosa su questo fronte, facendo CIASCUNO la sua parte?

Lo sapremo solo nei prossimi anni se avremo un Italia del "buon senso" ed il tempo delle cicale sarà distante, un ricordo che fu: da buone formichine noi, intanto, mettiamo da parte le nostre briciole, nell'attesa..

Coordinamento Italiano Motociclisti
Ufficio Comunicazione

 

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