Perché non tocchi ai nostri figli, ecco perché!
- Dettagli
-
04 Nov 2013
A volte ci domandiamo perché lo facciamo…perché investiamo così tanto del nostro tempo per tutelare i motociclisti dalle insidie che corrono salendo in sella. Perché cercare di convincere persone restie a mettersi paraschiena, stivaletti, guanti e casco anche su uno scooter?
Perché litigare con amministrazioni ottuse sul fare parcheggi dedicati a scooteristi e motociclisti che li difendano dall'arroganza di SUV e cafonaggini varie?
Perché combattere da decenni per fare applicare norme di buon senso su guard rail che non facciano onore al Dottor Guillotin?
Insomma perché ci SBATTIAMO così contro tutte le ottusità del mondo ed a volte pensando, impotenti, di essere moderni "Don Chischiotte" contro i mulini a vento.
Poi leggi una notizia, ci rifletti e ti dai la risposta, ovvia, inevitabile, determinante, che non lascia adito a dubbi.
I nostri figli sono ragazzi pieni di vita che spesso ricalcano le orme dei padri traendo da loro il massimo orgoglio per quanto fanno: nello sport trovano quelle risposte positive che annullano tentazioni adolescenziali che potrebbero segnarti per sempre.
Un allenamento di calcio, uno come i tanti fatti per diventare un grande come papà, un saluto agli amici, qualche scherzo tipico dei tuoi diciassette anni, magari per una "cotta" che ti fa prendere in giro dai compagni di sport.
Poi indossi il casco, sali sulla sella del tuo scooter, come fai sempre, una sera come tante altre quella del 9 febbraio del 2001 vicino al centro tecnico di Bologna dove ti sei appena allenato.
Sul campo ci si può distrarre ed un pallone, a volte, va nella rete, ma sulla strada ci sono altre disattenzioni e non sono solo quelle del cellulare, bensì quelle di qualcuno che su un guard rail, magari per la fretta di chissà cosa, ha lasciato un tubo d'acciaio in posizione pericolosa, l'ennesima infrastruttura minacciosa per chi percorre quella strada su due ruote.
Sono attimi, frazioni incontrollabili: così Niccolò Galli, figlio del "portierone" Giovanni che molti ricordano, perse la vita, contro l'ennesimo STUPIDO guard rail, svanita così una promessa del pallone, vista l'esperienza con l'Arsenal nel 1999.
Fu la nostalgia di casa a portarti a Bologna, ma come sempre in questa nazione si perde la vita per la "distrazione" di responsabili della manutenzione, tecnici comunali, funzionari di ditte costruttrici, ovviamente ASSOLTI per prescrizione anche se condannati in primo grado.
Molti di noi vogliono CAMBIARE queste cose e non fanno SOLAMENTE quattro chiacchiere da bar per farlo, molti mettono il numero 46 per ricordare chi CORRE in pista.
Noi invece siamo DIFFERENTI e preferiamo mettere sulle nostre moto e sui nostri scooter il numero 27 rossoblù che ricorda la maglia di Niccolò, e se una maglia DEVE essere, lo deve ricordare per un discorso legato alla moto, a quelle due ruote sui TROPPI ancora perdono la vita.
Lo facciamo anche perché la Fondazione Onlus Niccolò Galli, malgrado non nasca in ambiti motociclistici, è impegnata in modo attivo nel l sostentamento e recupero di persone che hanno subito incidenti stradali o sportivi, con esiti cerebromidollari avvenuti entro il compimento del trentesimo anno di età. Situazioni che si possono facilmente verificare tra motociclisti.
Il Coordinamento Italiano Motociclisti ha fatto e fa della SOLIDARIETA' uno dei punti centrali della sua attività e CREDE che i Motociclisti siano SOLIDALI nei FATTI e non nelle parole.
All'EICMA attendiamo numerosi i TANTI motociclisti che partecipando alla nostra iniziativa "Be Different" vogliano aiutarci a ricordare Niccolò in modo tangibile, perché il NOSTRO impegno sia tale anche perché, la prossima volta NON tocchi ai nostri figli!
Coordinamento Italiano Motociclisti
Ufficio Comunicazione
Leggi tutto...