Se tutto va bene, siamo rovinati!
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19 Nov 2012
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E' la considerazione che viene spontanea fare al ritorno da EICMA 2012. Abbiamo passato cinque giorni in fiera, siamo entrati in contatto con tante persone, abbiamo proposto la firma della petizione contro il pedaggio sul Passo dello Stelvio, oltre 900 persone si sono fermate per firmare, tanti ci hanno fatto i complimenti per i nostri impegni, ma quello che ci ha lasciato senza parole sono le reazioni di tante, troppe altre persone.
Alla proposta di firmare la petizione ci siamo sentiti dare le risposte più assurde. Ricordo "tanto io non vado in moto" detta da uno con giubbotto tecnico molto costoso. Oppure "Ma io sono della Valle d'Aosta". Per passare a quelli che dicono "basta andare da un'altra parte" fino a coloro che sostengono che è giusto per tutelare la natura.
Ai motociclisti che venivano dalla Sicilia che dicevano che non avrebbero mai avuto occasione di fare quella strada ma volevano firmare per solidarietà, si contrapponevano i rifiuti dei beceri individualisti che ritenevano fosse una causa che non li vedeva coinvolti per una incredibile serie di motivi, che spesso cadevano nell'assurdo.
Il problema è che questi atteggiamenti non ci sono solo per il pedaggio sul Passo dello Stelvio, ma ci sono anche per problemi più seri, come quelli relativi alla sicurezza e al rispetto del Codice della Strada. Si vogliono strade in ordine, guard rail salvamotociclisti, ma se si chiede di collaborare nelle attività che servono per provare a fare cambiare qualcosa, nessuno ha tempo da potervi dedicare.
Se si parla dei controlli fatti dal Corpo Forestale dello Stato sui passi appenninici, dopo poche parole si capisce che i più infastiditi sono proprio coloro che hanno creato il motivo di questo tipo di interventi. Personaggi che vorrebbero potere guidare la moto alla velocità che preferiscono su ogni tipo di strada, e si indispettiscono per ogni tipo di controllo. Se gli si propone di andare in pista, dicono "siete voi che dovreste fare in modo che girare in pista costi poco", e se si propone di collaborare con noi per provare a fare qualcosa per questo sanno solo rispondere "ah... ma io non mi associo con nessuno..."
E anche dai tanti che ci hanno fatto i complimenti per il nostro lavoro, alla fine dei conti dobbiamo constatare che quelli che si sono resi disponibili a sostenere l'associazione sono stati davvero pochi. Peccato che senza sostenitori, senza persone che vogliono collaborare, diventa davvero difficile fare andare avanti una associazione.
Però poi si apre una rivista del settore, e si scopre che gli iscritti al club interno di quella rivista sono 45.000. Pagano una quota di € 15,00 (come per sottoscrizione al CIM) per avere sconti sull'abbonamento e con una quarantina di partner. Però poi se prendono una buca e il cerchione diventa quadrato, si lamentano con noi dicendo che non abbiamo fatto abbastanza per risolvere questi problemi.
Una volta i motociclisti erano noti per la solidarietà che c'era all'interno della categoria, ma non è più così. Oramai pare che l'individualismo sia dilagante e sia la legge dominante. Sono davvero in tanti quelli che sanno pensare solo a se stessi, che quando qualcosa li riguarda direttamente sono subito pronti a chiedere agli altri di intervenire, ma non sono mai disponibili ad essere coinvolti in prima persona.
Quei pochi che vogliono provare a fare qualcosa si scontrano con l'indifferenza, con la superficialità, con l'egoismo dei tanti. Forse anche gli eventi politici degli ultimi anni hanno contribuito a creare questo enorme numero di sfiduciati e disillusi, e direi che avendo tolto la voglia di reagire sono riusciti a creare l'ambiente adatto perché certe situazioni perdurino senza nessuno che voglia darsi da fare per cambiare lo stato delle cose.
Viene spontaneo dire "se tutto va bene, siamo rovinati", ma noi continueremo a provarci.
Come già detto in altro articolo, noi e chi ci supporta potremo almeno dire di averci provato.
Gli altri? Che piaccia oppure no, ma sono tutti complici.
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