Chi vuole essere un motoimbecille?
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17 Lug 2014
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Qualche tempo fa mi è capitato di trovare su Facebook un filmato dove si assisteva ad un modo discutibile di andare in moto. Una moto lanciata a quasi 300 km/h su una strada secondaria, che si esibiva in alcune impennate, per poi fare dei sorpassi ad altissima velocità fino ad arrivare ad un punto in cui il fenomeno al manubrio ha dovuto attaccarsi ai freni per evitare un trattore con un rimorchio che stava effettuando una svolta a sinistra.
Dal riflesso sul cruscotto della motocicletta si vede come questo personaggio gesticoli verso il conducente del trattore, evidentemente infastidito dalla manovra che ha messo a repentaglio la sua sicurezza.
Ripropongo qui il filmato, in modo che anche chi non l'abbia ancora visto si possa fare una idea della situazione. (Se non ci fossero i comandi per la riproduzione, cliccate con il tasto destro del mouse sull'immagine.)
In seguito alla pubblicazione di questo video sono stati messi molti commenti. In alcuni chi guidava veniva definito, senza mezzi termini, un imbecille fatto e finito, senza alcun rispetto della propria vita e di quella degli altri. Altri commenti erano più accondiscendenti, fino ad arrivare a commenti in cui si diceva che chi si lamenta è solo un "moralista ipocrita", dato che (secondo il commentatore) "a tutti i motociclisti capita, prima o poi, di fare qualcosa del genere". |
Secondo me questa affermazione è degna di una persona dello stesso calibro del guidatore di quella moto: un imbecille.
E non lo chiamo nemmeno "motoimbecille", dato che in questa parola compare la parola "moto", che ritengo debba essere tenuta ben distante dalla parola "imbecille", dato che non dovrebbeo avere nulla a che fare.
Questi commentatori (pochi, a dire la verità) sono la degna rappresentazione di un modo di fare tipicamente italiano, che prevede lo scaricare sugli altri le proprie azioni sbagliate, cercando di giustificarle con un "Così fan tutti" di reminescenze mozartiane.
Il volere giustificare un comportamento palesemente sbagliato, in questo caso anche un reato, cercando di attribuire a questo gesto la rappresentazione di un uso comune, trovo sia qualcosa di degenerato e primitivo. E' inconcepibile che si cerchi di rendere lecito l'illecito in questo modo, è un concetto che mette le basi per essere liberi di contestare e di non rispettare tutte le leggi, dato che tanto è uso fare in altro modo. Da qui al Far West, a situazioni dove si voglia fare diventare lecito farsi giustizia da soli, il passo è breve.
I motivi per cui chi guida la moto in questo modo si può definire come imbecille autolesionista, credo non sia nemmeno necessario spiegarli. Andare a 300 all'ora su strade dove gli altri utenti vanno a 70-90, non ha alcuna giustificazione possibile. Non esiste dire "se comperi una moto potente, non è per andare a 40 all'ora". Non esiste dire "era il trattorista che doveva fare attenzione". Non esiste dire "se hai vent'anni certe cose le fai".
Ma a questo punto mi chiedo chi sta leggendo, come la pensa. Credo che guardando questo video sia impossibile non schierarsi, o si è dalla parte di chi definisce quel guidatore di moto un imbecille, oppure si sta dall'altra parte... che ricordo essere quella degli imbecilli.
Ora potete dire la vostra, con un click. Il CIM cerca di tutelare i diritti dei motociclist, ma abbiamo sempre detto che per essere rispettati, dobbiamo essere rispettabili, e ora ci piacerebbe capire a chi ci stiamo rivolgendo. Dopo il questionario, per chi ha voglia di leggere, potrà anche trovare una spiegazione del motivo per cui per noi quel conducente era un imbecille.
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Come vi ho anticipato, ora dettaglio il motivo per cui, secondo il mio punto di vista, il comportamento visto nel video è da perfetto imbecille (Dal dizionario: "..persona, che dimostra poca intelligenza, scarso buon senso") Come punto di partenza possiamo usare il Codice della Strada. In questo codice sono riportate le principali regole di comportamento da tenere durante la circolazione stradale (e non solo...), e ci si deve sempre ricordare che in pratica sono regole di convivenza reciproca. Quindi le azioni che dobbiamo fare noi (e gli altri) sono le azioni che ci aspettiamo dagli altri nei nostri confronti (e viceversa). Il primo concetto lo si trova nell'articolo 140, che specifica "Gli utenti della strada devono comportarsi in modo da non costituire pericolo o intralcio per la circolazione ed in modo che sia in ogni caso salvaguardata la sicurezza stradale." Seguono tutta una serie di articoli che dettagliano diverse situazioni, tra cui quella del cambio di corsia (art. 154), da effettuare per esempio in una svolta a sinistra. Nello specifico, al punto 1.a, si dice di "assicurarsi di poter effettuare la manovra senza creare pericolo o intralcio agli altri utenti della strada, tenendo conto della posizione, distanza, direzione di essi" |
Fatta questa premessa, la spiegazione è talmente ovvia da potere essere estremamente breve.
Prima di effettuare una svolta a sinistra, che ostacolerebbe sia chi proviene dal senso opposto al nostro che chi arriva nella nostra stessa corsia, si controlla che per il tempo necessario alla nostra manovra non sopraggiungano altri veicoli.
Questo controllo implica una valutazione della velocità di avvicinamento degli altri veicoli, che può essere fatta solo ad occhio tramite la valutazione del cambiamento della dimensione del veicolo che si avvicina: più velocemente si ingrandisce, maggiore sarà la sua velocità.
Questa valutazione è purtroppo inficiata dalla distanza da cui stiamo guardando: più siamo lontani, meno sarà percepibile il cambiamento della dimensione dovuto al fatto che quello che stiamo guardando si sta avvicinando a noi, e di conseguenza la sua velocità.
Ma per fare una manovra di quel tipo servono meno di 4 secondi, quindi l'attenzione si concentra a verificare che non ci siano veicoli in quel tratto di strada che potrebbe essere percorso in quei 4 secondi.
E' una strada secondaria, considerando anche che i limiti non vengono strettamente rispettati, la velocità che ci si può aspettare è di circa 100 all'ora. A 100 all'ora 200 metri si fanno in poco più di 7 secondi, quindi con 150-200 metri liberi si ritiene di avere tutto il tempo che serve per fare la manovra
Questa valutazione viene sempre fatta considerando che gli altri abbiano velocità normali, adeguate alle strade in questione. Quindi non si considera che qualcuno possa sopraggiungere a 300 all'ora, magari sorpassando un veicolo che andava più piano e che non permetteva nemmeno di vederlo arrivare.
Andare a 300 all'ora vuole anche dire che in 8,4 secondi, si fanno 700 metri. Quando in una strada secondaria si fa una manovra, non si presta attenzione ai veicoli che sono a 7/800 metri di distanza. Sono talmente lontani da farli ritenere comunque ininfluenti per la manovra.
Ma se poi in 6 secondi ce li si ritrova a 200 metri, e in poco più di 2 secondi, si fanno quei 200 metri, proprio mentre si sta facendo manovra... la responsabilità è unicamente di chi ha scelto di viaggiare ad una velocità totalmente fuori luogo per quel contesto. A a questo punto non resta da sperare che i freni siano buoni...
Marco Polli
Presidente Coordinamento Italiano Motociclisti
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