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Ognuno è artefice del proprio destino

chi lotta

Hai preso la moto per farti un giro in montagna, ma tra limiti assurdi, pedaggi, posti di blocco sembra facciano di tutto per fari passare la voglia di andare in moto?

E' proprio così, ma te lo sei voluto tu. Ora non lamentarti e taci.

Sei scivolato per la strada sporca, sei finito sotto ad un guard rail e ti sei fatto male?
Te lo sei cercato! Cosa credevi, che facendo click su "mi piace" su una petizione Facebook che protesta contro i guard rail sarebbe bastato a proteggerti?

Ti hanno dato una multa perché hai sorpassato una automobile che andava a 40 all'ora su una strada dell'appennino e ti hanno sequestrato il libretto e ritirato la patente?
Ti sta bene! Ora paga la multa con il sorriso, e taci!

L'assicurazione ti ha chiesto una enormità per assicurare il tuo scooter?
Ha fatto bene, dovevano anche chiedere di più, tanto alla fine si paga! Quindi paga anche tu il premio e taci!

Hai trovato sulla strada una buca che ti ha piegato il cerchione?
Ottimo! Era proprio quello che stavi cercando! Ora paga la riparazione e non lamentarti!

Vai al lavoro in moto ma tra pedaggi e accessi alle ZTL ti costa come andarci in auto?
E' giusto che sia così! Dovrebbero farti pagare ancora di più, ora paga e non fare tante storie.

Non ti piacciono queste risposte? Potrebbe anche essere, ma sono le risposte che risultano dalla constatazione del comportamento degli utenti di motoveicoli. Però a tutte queste situazioni c'è una risposta diversa che può essere data, ed è sempre la stessa: prova ad iscriverti al CIM e a collaborare con noi! Solo restando uniti si potranno difendere i nostri diritti. Aiutati che il CIM ti aiuta.

Sono in pochi quelli che hanno ragione di lamentarsi, sono coloro che hanno voluto sostenere il CIM. Sono quei pochi che vogliono provare a fare qualcosa, a lottare per i propri diritti, e lo fanno malgrado quelli che dicono "tanto non serve". Chi si impegna non sa se vinverà, se otterrà dei risultati, ma ha la certezza che chi non ci prova non potrà mai ottenere nulla. Chi non ci prova, ha già perso.

Il Coordinamento Italiano Motociclisti è una associazione che sta perseguendo degli obiettivi definiti oltre vent'anni fa, ed è impegnata a cercare di tutelare i diritti dei motociclisti. Un impegno che però fa fatica a portare avanti perché tolti quei pochi motociclisti che hanno scelto di sostenerci, tutti gli altri i motociclisti sanno pensare al CIM solo quando hanno bisogno e chiedono cosa possa fare il CIM per un loro problema.

Il risultato è che la forza che può avere il CIM quando fa delle proposte alle istituzioni è limitata. Infatti la volontà di agire viene descritta negli obiettivi della associazione, ma la forza deriva dal numero dei suoi associati. Le motivazioni per cui non si sostiene questa associazione sono sempre le stesse: tanto io guido bene, tanto a me non serve, tanto pago già la tessera a qualcun altro. Questo malgrado tutti siano concordi nel dire che tanto le altre associazioni non si danno da fare per tutelare gli interessi dei motociclisti. Ma però continuano a restare iscritti in queste associazioni e pagare loro la quota associativa.

E a questo punto ci viene da dire che sono loro ad essere nel giusto, in fin dei conti il supporto dai tesserati lo ricevono anche se non fanno nulla per tutelare i loro diritti. Evidentemente quello che stiamo facendo noi non interessa ai motociclisti, non lo ritengono abbastanza importante. E non raccontiamo che è dovuto al momento di crisi. Basta andare ad uno stadio per vedere in quanti vanno a vedere una partita. Oppure anche in un fast food, dove nelle ore di punta ci sono sempre le code. Sono cose che costano una quindicina di euro, e si è disposti a spenderli più volte in un anno. Però quindici euro per associarsi per un anno al CIM sono difficili da trovare. Evidentemente non se ne vede l'utilità.

E allora pagate pedaggi iniqui e polizze assurde, fatevi ritirare patenti e libretti, finite nelle buche profonde una spanna e contro guard rail affilati come lame. Fate tutto quello che avete fatto fino ad ora, ma fatelo in silenzio e con un sorriso sulle labbra. E' una situazione creata anche dalla mancanza di un reale interesse da parte dei diretti interessati a fare qualcosa in modo attivo.

Volete invece avere diritto di lamentarvi e magari a fare cambiare le cose? Provate con noi a fare qualcosa di concreto. Solo così le nostre proteste potranno portare dei cambiamenti nella situazione attuale. Chi non prova a fare qualcosa per fare cambiare le cose, non ha diritto di lamentarsi: se lo è cercato e alla fine lo ha trovato.

E chi si vuole offendere, faccia pure: dopotutto è noto che la verità offende chi non vuole ammettere le proprie responsabilità.

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Commenti   

0 #4 maurizio pescatori 2013-07-24 11:36
Ho 53 anni, in moto dall'età di 16 (chi si ricorda i Gilera 124 e Italjet Buccaneer?) e faccio quasi 20mila Km/anno, dal 2 gennaio al 31 dicembre.
...sono alla classe assicurativa 0...
...mi fermo al semaforo giallo...
...mi fermo alle strisce pedonali...
...pago pedaggio autostradale come un furgone 35 q.li...
eppure sono "terrorista" "scavezzacollo" "incosciente" o anche semplicemente invidiato dagli automobilisti fermi nel traffico.

Prima di "cambiare paese" voglio vedere se riesco a "cambiare le cose"
:)
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+3 #3 liviozoli 2012-12-04 23:40
E chi può dare torto a queste parole.
Fanno male ? Sono la verità.
Chi cerca la soluzione ai problemi non si lamenterà mai, perché sarà impegnato a risolverli.
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+3 #2 Paolo Lesca 2012-12-03 19:49
Il fatto che lo Stato italiano sia poco in linea con il resto d'Europa su abusi palesi di ordine tariffario è possibile soltanto perché il popolo italiano è poco inclini a ribellarsi ai soprusi.
Preferisce "arrangiarsi" pensando di essere più furbo....peccato che è lo stesso popolo che poi si lamenta di non avere servizi pubblici, ma poi NON vuole la fattura ! :sad:
In moto si estrinseca analogo comportamento !
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+2 #1 Michele Negri 2012-12-03 19:27
Concordo. E come disse qualcuno:

"Solo chi lotta ha diritto di lamentarsi."
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