Abbigliamento obbligatorio: ma servirebbe davvero?
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20 Ago 2012
- Scritto da Marco Polli
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Ogni tanto si torna a parlare della possibile creazione di una legge che imponga ai motociclisti un abbigliamento specifico. Con stupore ho anche constatato che ci sono motociclisti che condividono queste proposte, che ritengono utile una legge siffatta.
Credo che quando ci capita di vedere qualcuno che va in moto con sandali, pantaloncini corti e maglietta, la prima reazione che si ha è quella di auspicare una legge che impedisca di andare in moto abbigliato in quella maniera.
La prima considerazione da fare è che l'uso di abbigliamento protettivo può fare una reale differenza solo negli incidenti a bassa velocità o in situazioni particolarmente di favore (scivolata in un prato), dato che finire contro un guard rail (o un albero) di una statale a 100 all'ora porta delle conseguenze che non sono modificabili dal tipo di abbigliamento indossato.
Senza abbigliamento specifico una semplice caduta da fermo comporterebbe infatti escoriazioni considerevoli, per non parlare di quello che avverebbe se la caduta avvenisse in movimento, anche a bassissima velocità. Si aggiungerebbero lacerazioni, contusioni se non addirittura ustioni per il contatto della pelle nuda sulle marmitte.
Senza calzature adatte il solo mettere a terra un piede in emergenza basterebbe a dare problemi. Un sandalo non resisterebbe alla sollecitazione meccanoca, si romperebbe e il piede sarebbe direttamente sull'asfalto. Ritrarre il piede sarebbe una reazione involontaria ma quasi certa, e da mettere a terra il piede a finire a terra con tutta la moto il passo è breve.
Certo, obbligando ad indossare un abbigliamento specifico questo non avverrebbe, dopotutto si auspica di fare indossare per legge un certo tipo di abbigliamento proprio per aumentare la sicurezza, giusto?
Ma siamo davvero sicuri che ci sarebbe un aumento della sicurezza?
Personalmene ritengo che conti di più la "cultura della sicurezza" che non un obbligo di legge. Infatti alla domanda "perché non usi i sistemi di protezione" ho sentito rispondere "non mi servono, so guidare bene, servono solo a quelli che non sanno andare in moto", oppure "tanto devo andare in città, mica devo correre".
Sono risposte date con superficialità e presunzione, che dimostrano solo di non avere quella esperienza che si pretende di avere. Inoltre pensare di migliorare la sicurezza dei motociclisti obbligando la categoria ad utilizzare un certo tipo di protezioni è volere ignorare le situazioni della vita reale.
La sicurezza della circolazione in motocicletta deriva soprattutto da un uso responsabile della moto. Responsabilità che inizia con la scelta per autodeterminazione di un abbigliamento adeguato e che prosegue con uno stile di guida che evita di creare inutili situazioni di rischio. L'abbigliamento protettivo serve a poco in assenza di un adeguato stile di guida, e questo per qualunque tipo di strada.
Anche la successiva verifica del rispetto di queste possibili prescrizioni è molto discutibile: ricordiamoci che siamo in un Paese dove la reale obbligatorietà del casco cambia a seconda della regione in cui ci si trova. La soluzione non la si trova in nuove leggi, ma nel fare rispettare quelle che già ci sono, oppure nel non modificarle in modo da togliere quelle che potevano avere un senso.
Mi ha infatti meravigliato che invece di proprre di reintrodurre il divieto di guidare con calzature di tipo aperto, che era in vigore fino al 1993 (che ritengo abbia senso, sia per le autovetture che per i motoveicoli) si arrivi a proporre, ma solo per le moto, l'utilizzo obbligatorio di un certo tipo di abbigliamento.
Dietro alla proposta di introdurre obbligatoriamente un certo tipo di abbigliamento ritengo ci sia un messaggio che dovrebbe farci riflettere.
Con una legge del genere si dichiarerebbe implicitamente che la sicurezza per i motociclisti si ottiene unicamente facendoli vestire adeguatamente, e di fatto lo Stato viene (sempre in modo implicito) sollevato da ogni altro impegno.
Le strade con una manutenzione carente e buche enormi? I guard rail taglia gole? Strade bocciardate che restano tali per settimane in attesa di una nuova asfaltatura? Dissuasori del traffico e segnaletica verticale letali all'impatto? Pavimentazioni e binari che in caso di pioggia sono causa di cadute per i motoveicoli?
Non serve più fare qualcosa per tutte queste cose, il cui costo sarebbe a carico dello Stato! Tanto i motociclisti ora sono protetti da abbigliamento specifico. E per di più il costo è unicamente a carico dei motociclisti!
Ci sono altre cose che lo Stato potrebbe fare, molto più utili di imporre un abbigliamento obbligatorio. Cominciando a pensare di migliorare la cultura della sicurezza, partendo da appositi corsi nelle scuole dell'obbligo. Magari chiedendo la collaborazione delle associazioni di motociclisti. Anche la patente potrebbe cambiare, creando una patente apposita per veicoli (quindi sia per autovetture che motoveicoli) ad alte prestazioni, dove il rapporto peso potenza superi un determinato limite .
Entrambe le cose porterebbero ad un cambiamento culturale, molto più utile della semplice imposizione del tipo di abbigliamento da utilizzare. Ma comporterebbe un impegno da parte dello Stato totalmente diverso. Quindi per potersi mettere a posto la coscienza e dire "io ho fatto tutto il possibile" è molto più facile andare in altre direzioni.
Anche se non lo condivido e non lo accetto, posso capire che lo Stato arrivi a fare certe proposte.
Quello che non capisco sono i motociclisti che non si accorgono di quanto queste proposte siano solo un inganno e di come realtà ci stiano solo prendendo in giro.
Marco Polli
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Commenti
ma la realtà italiana è ben diversa...da un certo punto in giù dell'Italia, il casco non lo usa nessuno e sul motorino ci viaggiano in tre. Spesso passando davanti alle forze dell'ordine che,ormai, non considerano più questo comportamento come un'infrazione da punire, ma piuttosto un uso e costume locale. Eppure la legge c'è. Esiste.
Il problema è farla rispettare.
GuidaSicuraUrbana è convinta che se si cominciasse a far leva sulla coscienza personale, se si cominciasse ad educare ogni singolo all'uso delle protezioni...si otterrebbero risultati migliori e spicci, che aspettare nuove e buone leggi in materia.
Sappiamo tutti che se andiamo in pista serve tuta casco e stivali.
Se facciamo off road servono un casco diverso, la pettorina, le ginocchiere ecc ecc.
Allo stesso modo se usiamo la moto, o lo scooter in città, non serve la tuta di pelle ma un abbigliamento dedicato, che pure le case hanno messo perfettamente a punto.
E lo dico da addetto ai lavori del settore
Il casco fino a che non è stato obbligatorio non si è usato. Eppure oggi non riesco a fare un metro senza , mi sembra di essere in mutande.
Idem, per me, per il paraschiena. Ma non siamo tutti uguali, e forse a qualcuno va imposto.
Il problema secondo me è fare una buona legge, che appunto non obblighi alla tuta di pelle in scooter in città
Guida Sicura Urbana che ha lo scopo di sensibilizzare i Motociclisti (tutti) sull'uso corretto e responsabile dei propri mezzi in ambito cittadino. Tanto snobbato da tutti (devo solo andare in ufficio...) ma palcoscenico della metà circa degli incidenti stradali per le due ruote.
Il messaggio dovrà poi essere approvato.