Le uguaglianze che creano discriminazioni
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19 Giu 2012
- Scritto da Marco Polli
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Le motociclette sono veicoli particolari, diversi dalle autovetture e dai veicoli da autotrasporto. Ci sono molte situazioni in cui le autovetture e i veicoli da trasporto sono considerati in modo diverso, a partire dalle tariffe autostradali al costo dei carburanti (gli autotrasportatori hanno delle agevolazioni, anche se è poco noto).
Sono diversi anche i servizi, e per esempio ci sono aree di rifornimento dedicate agli autotreni, e anche aree di sosta.
Purtroppo le motociclette sono invece equiparate alle autovetture, anche se di fatto sono molto diverse. Inquinano meno e ingombrano meno, ma in molte ZTL non ci sono agevolazioni per motocicli rispetto alle autovetture. Anche i parcheggi per moto sono spesso occupati da autovetture, in molti casi la polizia non interviene nemmeno per risolvere la situazione.
Non parliamo poi dei pedaggi e delle aree di sosta, dove tutto è fatto per le autovetture, e solo raramente esistono aree di sosta per le moto.
In alcuni casi il non fare differenze vuole considerata una cosa positiva, rendendolo uguale al non fare discriminazioni. Quando però tra due realtà ci sono differenze evidenti, il fatto di non fare differenze diventa a tutti gli effetti una discriminazione, un mancato riconoscimento delle particolarità di una categoria, non rispettando i diritti di una categoria.
Sono queste le situazioni in cui il Coordinamento Italiano Motociclisti vuole intervenire, e le prime azioni da fare sono evidenziare tutte le situazioni in cui siano presenti discriminazioni che creano dei problemi ai motociclisti. Però per potere rivendicare un diritto si deve essere corretti nell'espletare i propri doveri, come il guidare rispettando il Codice della Strada.
Si legge con frequenza preoccupante di incidenti in cui motociclisti perdono la vita, a volte la causa è di terzi, ma troppo spesso la responsabilità è da ascriversi alla condotta di guida del motociclista, che ha pesantemente infranto i limiti imposti dalla Legge.
Purtroppo fin troppo spesso i motociclisti (anche se non definirei automaticamente "motociclista" una persona solo perché va in moto) scambiano una strada di collina per un circuito per prove libere, e per provare il brivido che puà dare l'adrenalina, finiscono con il guidare al di sopra delle possibilità che sono concesse dalla strada, o dalle proprie capacità.
E' quindi inutile richiedere guard rail salvamotociclista o una maggiore manutenzione sulle strade, quando alla fine troppo spesso le cause di morte sono da attribuirsi alla condotta di chi guida il motoveicoli coinvolto nell'incidente.
Il CIM è per un uso responsabile della moto, per una guida in cui la prudenza deve avere la precedenza sulla ricerca delle emozioni estreme. Ogni incidente che avviene per responsabilità del motociclista è una sconfitta nella battaglia che viene fatta per cercare di fare valere i nostri diritti.
Quindi la nostra battaglia comincia proprio dall'interno, per cercare di fare cultura tra i motociclisti, affinché non ci si dimentichi mai che guidando sopra i limiti basta un piccolo errore o un piccolo imprevisto perché un il brivido di un momento possa portare a pagare un conto drammatico.
Marco Polli
Il messaggio dovrà poi essere approvato.