I guard rail sono democratici.
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21 Mag 2012
- Scritto da Marco Polli
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Spesso sento disquisizioni in cui i motociclisti criticano gli scooteristi, oppure viceversa. Non sto qui a descrivere i vari commenti, dico solo che secondo me non solo sono inutili, ma sono dannosi per entrambi.
Siamo in un Paese che ha un parco di motoveicoli circolanti di dimensioni considerevoli, provabilmente il più ampio di tutta Europa. Però abbiamo anche gli utilizzatori di motoveicoli meno solidali tra di loro di tutta europa.
Si rivedono tra i motociclisti atteggiamenti che vediamo tutti i giorni in tanti altri settori, a partire dalla politica. A parole si è tutti della stessa opinione, ma appena si può fare un distinguo si creano correnti e fazioni. Prima ci si divide per genere di moto, e chi va sulle sportive guarda male chi va con una custom. Poi, nell'ambito di uno stile di moto ci si divide per marca. Poi per modello.
E mentre si disperdono energie per definire chi sia davvero motociclista e chi no, i guard rail non si fanno problemi in tal senso, e con assoluta democrazia tagliano gambe e braccia a chiunque ci vada addosso.
I buchi accolgono ruote di ogni diametro, facendo cadere chiunque, e se in una buca piccola una enduro se la cava bene, poi arrivano i binari del tram a pareggiare la situazione.
Appena qualcuno fa presente della situazione di manutenzione delle strade, subito un politico tira fuori dal cappello una proposta che serve per scaricare ogni responsabilità ai cittadini, e propone che i motociclisti utilizzino abbigliamento protettivo per legge.
Vi lamentate che se cadete nelle buche che non chiudiamo vi fate male? E' colpa vostra! Dovevate mettervi una corazza addosso, così non vi facevate nulla!
E le associazioni di motociclisti che fanno? Purtroppo anche in questo campo c'è sempre lo stesso problema. Ce ne sono tante, forse troppe. Ognuna con i propri obiettivi, spesso legati al territorio locale in cui operano. Ogni associazione conta magari qualche centinaio di sostenitori, ma nessuna arriva a livelli di quella Francese, che ne ha più di 30.000. Oppure quella Svedese, che malgrado clima e territorio arriva ad averne 80.000.
Entrambe sono associazioni che tutelano i diritti dei motociclisti, ed è per questo che sono associate alla FEMA, la Federazione Europea delle Associazioni di Motociclisti. Ed è la FEMA che sta lavorando da anni perchè venga approvata in europa la normativa di omologazione per guard rail salva motociclista.
La nostra più grande associazione di motociclisti ha come obiettivo primario quello di interfacciare il CONI con in motociclisti, ma non ha la tutela dei diritti dei motociclisti tra gli interessi primari, e infatti non fa parte della FEMA.
Se invece di stare a cercare motivi per dividerci, cominciassimo a cercare motivi per restare uniti, forse riusciremmo anche a fare cambiare qualcosa. Come è avvenuto nei paesi dove non si fanno distinzioni tra moto e scooter. Magari smettendo di limitarci al lamento quando cadiamo per una buca, oppure al cordoglio quando andiamo al funerale di un amico ucciso da un guard rail, e cominciando ad impegnarsi attivamente nel cercare di fare cambiare qualcosa.
Si potrebbe cominciare imparando dai guard rail, che malgrado siano solo dei pezzi di ferro sanno non fare differenze tra moto e scooter, e poi imparando dalle altre nazioni, cooperando con chi vuole tutelare i diritti dei motociclisti, come il Coordinamento Italiano Motociclisti, o andando alla Seconda Manifestazione Nazionale per il Guard Rail Salvamotociclista.
Tu che fai? Agisci o resti passivo?
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Leov60, Segretario Motoclub Carrara SBK (FMI 8539)
Il messaggio dovrà poi essere approvato.